Francesco Cecchini

Macallè, capitale del Tigray, bombardata.
Al presidente dell’ Etiopia Abiy Ahmed Ali nel 2019 è stato dato il Premio Nobel per la Pace “Per i suoi sforzi per raggiungere la pace e la cooperazione internazionale, e in particolare per la sua decisiva iniziativa per risolvere il conflitto di confine con la vicina Eritrea.”
La sua immagine, che circola, di un Premio Nobel per la Pace in tenuta militare con piglio guerriero è significativa delle dolorose contraddizioni che stanno vivendo i popoli che vivono in Etiopia, che sta fallendo drammaticamente l’ etno-federalismo.

Abiy Ahmed Ali in tenuta da guerra.


L’ aeronautica federale etiope ha bombardato Macallè, capitale del Tigray per la seconda volta in tre giorni. Quello di lunedì è stato inizialmente smentito da Addis Abeba. Il segretario ai Servizi di Comunicazione, Legesse Tulu, aveva brillantemente affermato: “Perché il governo etiope dovrebbe bombardare una sua città? Macallè è una città etiope”. Poi il bombardamento è stato confermato anche da fonti ufficiali etiopi, che hanno dichiarato che sono state colpite zone industriali dove si trovavano attrezzature utilizzate dal Fronte di liberazione popolare del Tigrè (Tplf). Comunque vi sono state vittime civili, lunedi fonti ospedaliere parlavano di almeno tre civili morti sotto le bombe, tra cui due bambini, ma non vi è una contabilità precisa.
I bombardamenti sono parte di un’ escalation militare, si continua a combattere nellAmhara e nellAfar, mentre nel Tigray vi è in atto una crisi umanitaria di grandi e drammatiche dimensioni.
Prezzi impazziti, ospedali senza farmaci e bimbi denutriti nella capitale regionale. Secondo il segretario delle Nazioni unite Guterres: ” Almeno 400.000 persone vivono in condizioni simili alla carestia. I livelli di malnutrizione infantile segnalati sono ora allo stesso livello dellinizio della carestia in Somalia del 2011. Ad oggi, il flusso di aiuti umanitari per soddisfare questi bisogni rimane molto al di sotto del necessario.”
Circola una domanda. Verrà tolto al presidente dell’ Etiopia, Abiy Ahmed Ali, il Premio Nobel per la Pace?

Mappa della situazione in Etiopia.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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