La NATO è riuscita a “piazzare” il generale Petr Pavel alla presidenza della Repubblica Ceca, un nuovo segnale della tensione che sale in un’Europa orientale che si prepara allo scontro con la Russia.

Come previsto dai sondaggi, Petr Pavel è stato eletto alla presidenza della Repubblica Ceca con il 58,33% delle preferenze. Al secondo turno delle elezioni presidenziali, svoltosi il 27 e 28 gennaio, infatti, Pavel ha superato il suo rivale, l’ex primo ministro Andrej Babiš, che si è fermato al 41,67%.

Come abbiamo sottolineato in un nostro precedente articolo, crediamo che l’elezione di Pavel rappresenti un chiaro segnale dell’aria pesante che si respira in Europa orientale. Pavel, infatti, non ha una grande esperienza politica alle spalle, al contrario di un politico navigato come Babiš, ma il suo curriculum si è sviluppato soprattutto in ambito militare, essendo un generale dell’esercito in pensione che ha ricoperto incarichi prestigiosi come quelli di capo di stato maggiore dell’esercito ceco (2012-2015) e soprattutto di presidente del Comitato militare della NATO (2015-2018).

Nel corso della campagna elettorale, Pavel, sulla carta indipendente, ha goduto del sostegno del governo in carica, guidato dal primo ministro Petr Fiala, che probabilmente in questo modo ha voluto dimostrare la propria fedeltà all’atlantismo. Non è un caso che una delle prime mosse del presidente eletto, che entrerà ufficialmente in carica il prossimo 8 marzo al posto di Miloš Zeman, sia stata quella di annunciare la sua ventura visita in Ucraina. Secondo la stampa ceca, infatti, Pavel avrebbe immediatamente ricevuto la telefonata congratulatoria di Volodymyr Zelens’kyj; in cambio, il presidente eletto della Repubblica Ceca avrebbe promesso l’organizzazione di una visita a Kiev, insieme all’attuale capo di Stato della SlovacchiaZuzana Čaputová.

L’elezione di Pavel potrebbe contribuire a risolvere anche alcune “incomprensioni” che si sono verificate all’interno del fronte atlantista. Di recente, infatti, il primo ministro Fiala ha rifiutato l’invio di carri armati Leopard 2 di provenienza tedesca in Ucraina, affermando che questi servirebbero a garantire la sicurezza della Repubblica Ceca. Il 24 gennaio, infatti, il premier ceco ha incontrato il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il quale avrebbe chiesto a Praga un contributo bellico, ricevendo però la risposta negativa di Fiala. L’accordo precedentemente stipulato tra Germania e Repubblica Ceca prevedeva la fornitura 15 carri armati Leopard 2, mentre l’esercito ceco avrebbe girato i suoi carri armati di produzione sovietica all’Ucraina.

Tutto questo entra in netto contrasto con quello che lo stesso Pavel aveva promesso nel corso della campagna elettorale. Dopo il primo turno, infatti, l’ex generale aveva dichiarato di non voler coinvolgere il Paese nella guerra, facendo finta di ignorare che, in quanto membro NATO, la Repubblica Ceca si trova gia invischiata nel conflitto, come dimostra l’accordo con la Germania citato in precedenza. “Come presidente, non mi sognerei mai di coinvolgere la Repubblica Ceca ei suoi cittadini in guerra, perché amo la Repubblica Ceca“, aveva detto Pavel, tentando in questo modo di contrastare le accuse dell’opposizione.

Babiš, al contrario di Pavel, si era detto favorevole ad un allontanamento dalla linea guerrafondaia della NATO, posizionandosi al contempo come non allineato al fine di non contribuire all’esplosione di un conflitto su vasta scala tra il blocco a guida statunitense e la Russia. Inoltre, Pavel è anche un fautore dell’adesione della Repubblica Ceca all’Euro, altra mossa che gli ha garantito il sostegno delle sfere del potere dell’Unione Europea, sebbene il 70% dei cechi si sia detto contrario all’abbandono della valuta nazionale, la Corona.

Dal canto suo, il Partito Comunista di Boemia e Moravia (Komunistická strana Čech a Moravy – KSČM), che pur non sostenendo direttamente Babiš si era schierato in netta opposizione con la candidatura di Pavel, ha rilasciato un laconico comunicato che esprime il punto di vista della formazione guidata da Kateřina Konečná: “Il KSČM è convinto che il neoeletto presidente della Repubblica sosterrà l’attuale governo antipopolare della coalizione di destra, le sue azioni antisociali e guerrafondaie. I comunisti sono in netta opposizione a tale politica e continueranno ad opporvisi nel modo più deciso possibile. E questo è nell’interesse di milioni di residenti rimasti completamente senza rappresentanza eletta ai massimi livelli della politica”.

Va comunque ricordato che la presidenza ceca è principalmente cerimoniale, sebbene possaò avere molta influenza in alcuni ambiti, compresa la politica estera, visto che il presidente compie visite ufficiali all’estero, come quella che Pavel si appresterebbe ad effettuare in Ucraina all’inizio del suo mandato.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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