Dopo il battage milionario “Open to Meraviglia”, oggetto di un aspro dibattito pubblico nelle ultime settimane, il governo è al lavoro per un’altra costosissima campagna pubblicitaria, che questa volta riguarderà il Ponte sullo Stretto. I parlamentari Francesco Battistoni (Forza Italia) e Domenico Furgiuele (Lega) hanno infatti ufficialmente presentato in Commissione Infrastrutture un emendamento che indica i costi per pubblicizzare l’opera. Che ha però un grande problema: manca ancora di un progetto esecutivo.

In attesa che si concluda l’iter di approvazione del progetto, inaugurato dal governo con un decreto lo scorso 16 marzo, la maggioranza ha promesso di stanziare un milione di euro all’anno dal 2024 al 2030 ad Eurolink (la cordata di imprese che si è aggiudicata la realizzazione del Ponte) per campagne di marketing che dovranno essere concordate tra il concessionario e le città metropolitane di Messina e Reggio Calabria.

Via libera dunque ai denari utili alla pubblicità del Ponte, mentre ancora non è dato sapere da dove arriveranno quelli necessari alla sua realizzazione. Secondo quanto riferito da fonti del Ministero dei Trasporti, l’Unione Europea sarebbe disposta ad aiutare l’Italia, andando a coprire il 50% dei costi per l’aggiornamento degli studi sull’impatto ambientale dell’opera. Ma su questo punto non vi sono ancora comunicazioni ufficiali.

«Sette milioni per la propaganda sul ponte – ha commentato duramente il portavoce di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli -. Questo emendamento è il simbolo della filosofia della propaganda del Ponte sullo Stretto di Messina, ovvero la mangiatoia di soldi pubblici dello Stato per sostenere un’opera che non ha un piano tecnico economico di fattibilità. Con i soldi previsti da questo emendamento, che verranno dati a chi farà la progettazione, si farà propaganda a favore del Ponte, un ponte da 15 miliardi di euro che sottrarrà risorse alle priorità del sud come trasporti, scuole, acquedotti, difesa del suolo».

Nel 2011, la stima dei costi per l’infrastruttura dell’opera si attestava a 8,5 miliardi. oggi è incredibilmente lievitata: un allegato al Def li ha indicati in 13,5 miliardi (valutazione definitivamente confermata, nelle scorse ore, dal sottosegretario ai Trasporti Edoardo Rixi). Nel documento si legge che “ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente; pertanto, queste dovranno essere individuate in sede di definizione del disegno di legge di bilancio” e che “le opere complementari e di ottimizzazione alle connessioni ferroviarie, lato Sicilia e lato Calabria, che dovranno essere oggetto del contratto di programma con Rfi, si stima avranno un costo di 1,1 miliardi“.

Intanto, in un’intervista rilasciata a La Gazzetta di Mezzogiorno, il ministro leghista Matteo Salvini ha dichiarato che per la realizzazione del ponte potrebbe essere usato «l’acciaio dell’ex Ilva»: ciò, secondo il vicepremier, garantirebbe infatti «anni di commesse piene» all’acciaieria. «Gli investimenti sono cospicui – ha aggiunto – e sono costantemente in contatto con gli amministratori locali di tutti i colori politici». La discussione sul decreto Ponte aproderà in Aula domani pomeriggio, alle ore 15.

[di Stefano Baudino]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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