Benjamin Netanyahu, macellaio del popolo palestinese
Venerdì alle 7 di mattina locali (le 6 in Italia) è scaduto il termine fissato per la tregua tra Israele e Hamas, che era cominciata venerdì scorso e ha permesso uno scambio reciproco di prigionieri e ostaggi. Immediatamente Israele ha aggredito Gaza. E’ stata un’infernale giornata di bombardamenti israeliani contro la popolazione civile palestinese in tutta Gaza, senza distinzione tra nord e sud della Striscia. Gli attacchi sono lanciati dal cielo, da terra e dal mare. A Jebalia, un raid aereo ha demolito un alto palazzo di 13 piani, uccidendo gli abitanti. A Khan Younis colpite una scuola stracolma di sfollati e prese di mira, con missili teleguidati, le ambulanze che trasportavano i feriti. A Rafah, sono state attaccate con forti bombe diverse case presso un mercato, decimando intere famiglie. Distrutte completamente 3 moschee, piene di sfollati. L’esercito israeliano ha comunicato di aver compiuto ieri oltre 400 bombardamenti su Gaza, tra i quali 200 raid aerei. Secondo il ministero della sanità di Gaza nel primo giorno di rottura della tregua, sono oltre 200 gli assassinati e 623 i feriti.
Una pulizia etnica in piena regola e nel silenzio delle diplomazie di USA, Nato e UE.