Mentre Vladimir Putin stava ancora festeggiando la vittoria elettorale alle ultime elezioni del 15-17 marzo scorso, che lo rende un presidente eterno, un’ attacco terrorista ha scosso la Russia. Il 22 marzo, individui armati vestiti con abiti mimetici hanno aperto il fuoco sui partecipanti ad un concerto della band Picnik nella sala concerti Crocus City Hall nella regione di Mosca. Alla sparatoria è seguito un incendio che, secondo il Ministero delle Emergenze, ha interessato un’area di quasi 13.000 metri quadrati.
 Il numero delle vittime dell’attacco è salito a 133 persone, ha riferito il comitato investigativo russo. Proseguono le attività di ricerca e salvataggio, in quanto il numero è provvisorio.
I risultati preliminari dell’ispezione delle strutture della sala da concerto indicano che i terroristi hanno utilizzato armi automatiche nell’attacco. Oltre a trovare e confiscare le munizioni abbandonate, gli agenti del comitato investigativo hanno sequestrato anche queste armi. È stato confermato che i terroristi hanno utilizzato un liquido infiammabile per appiccare il fuoco nelle sale per gli spettatori del Crocus City Hall, provocando il ferimento di persone. Il comitato investigativo russo ha avviato un’indagine sul terrorismo criminale in relazione all’attacco. La ricerca degli aggressori è in corso e, secondo il capo dell’FSB (Servizio Federale per la Sicurezza), sono state arrestate 11 persone, compresi i quattro terroristi direttamente coinvolti nell’attacco. I sospettati sono stati arrestati vicino al confine ucraino.
Lo scorso 7 marzo l’ambasciata americana a Mosca aveva messo in guardia i propri cittadini per possibili attentati terroristici nelle 48 ore successive, specie ad eventi affollati come concerti musicali. E la Cnn, citando ‘fonti informate’, ha detto che gli Usa avevano avvertito la Russia del rischio di attacchi da parte dell’Isis. L’allarme dell’ambasciata americana era stato lanciato dopo che, il giorno prima, l’FSB aveva detto di aver sventato un attacco con armi da fuoco contro i fedeli di una sinagoga della capitale.
Comunque Vladimir Putin non pensa che responsabile dell’atto terroristico sia l’Isis, ma punta il dito contro l’Ucraina di Volodymyr Zelens’kyj.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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