Francesco Cecchini

Il 26 giugno 2017 è stata una data importante per la Colombia. La missione del’ ONU ha informato che 7.132 armi individuali sono state consegnate dalle FARC-EP (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia – Ejército del Pueblo), secondo gli accordi. Sempre secondo gli accordi con il governo, alcuni armamenti resteranno in possesso delle FARC-EP a protezione delle 26 zone di concentrazione sparsi per il paese. Il prossimo primo agosto saranno consegnate. La cerimonia ufficiale è stata tenuta il giorno dopo il 27 giugno a Mesetas, Meta. Timoschenko ha dichiarato: ” Abbiamo mantenuto la promessa fatta alla Colombia. Oggi abbandoniamo le armi. ” La parola d’ordine è quindi: ” Addio alle armi, addio alla guerra, benvenuta la pace.” La consegna delle armi da parte delle FARC-EP,è un passo in avanti verso un cambio politico e sociale in Colombia e un segnale di speranza per un popolo che ha sofferto una guerra civile di circa 260.000 morti, 7 milioni di sfollati, circa 80.000 dispersi, 9.500 prigionieri politici e migliaia di esuli .Le FARC-EP  entreranno nella scena politica legale dopo 53 anni di lotta armata. In agosto si terrà il loro primo congresso come partito o movimento politico dove definiranno le linee guida e la strategia, in vista anche delle elezioni presidenziali del 2018.

Nel cammino verso una pace definitiva e stabile restano ancora alcuni ostacoli da superare. Tra i quali:

– Inadempimenti del governo. Per esempio, dopo 6 mesi dalla firma della legge di amnistia solo 832 dei 3.400 prigionieri, che sono stati riconosciuti dalla FARC-EP, ne hanno beneficiato.

– Definizione di un accordo con l’ELN (Ejército de Liberación Nacional) per un cessate il fuoco bilaterale.

– La presenza e crescita di gruppi paramilitari. Continuano le uccisioni di leaders politici e sociali.

– Opposizione politica dell’uribismo alla pace.

Le FARC-EP, partito politico, con una presenza importante nel territorio e nella società, sicuramente daranno un importante contributo al superamento di questi e di altri ostacoli.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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