Il lento declino della Striscia di Gaza da undici anni sotto assedio di Israele. L’Onu prevede che entro il 2020 diventerà inabitabile.

A tre anni dall’operazione “Margine di protezione” di Israele contro i palestinesi di Gaza, ancora 4.000 case aspettano di essere ricostruite e 1.500 altre abitazioni necessitano lavori di costruzione. Non solo, da circa 11 anni le autorità di occupazione israeliane, che hanno imposto un blocco rigoroso sulla Striscia di Gaza, stanno mettendo seriamente a rischio la stessa sicurezza alimentare. Da undici anni, infatti, tutti i valichi che collegano l’enclave costiera con il mondo esterno sono stati chiusi e solo in casi eccezionali aperti parzialmente per l’ingresso di merci e passeggeri. Sulla ricostruzione delle abitazioni civili, l’agenzia stampa di Ma’an ha fornito un quadro generale della situazione attuale, che ha mostrato pochi progressi nel 2016, quando metà delle abitazioni aspettavano di essere ricostruite.

L’ONU, non a caso, ha emanato diversi allarmi sul rischio che Gaza diventi inabitabile nel 2020, eppure non è stato preso nessun provvedimento per invertire questa previsione. Tutto ciò che l’ONU è riuscita ad ottenere è stata la creazione di dichiarazioni allarmiste e citazioni drammatiche. Di fondo, vi è un divario tra ciò di cui hanno bisogno i palestinesi e ciò a cui punta la comunità internazionale. Per quest’ ultima la sopravvivenza dei palestinesi non è di certo una priorità.

Il settore privato di Gaza è ben lontano dalla ripresa per i diffusi danni e perdite – stimate per un costo pari a 3,1 miliardi di dollari – derivanti dalle devastanti ostilità recenti. La maggior parte delle strutture riguardanti i settori dell’agricoltura e manifattura sono ancora in attesa di essere riparate e riabilitate. Pochi giorni fa è stato pubblicato il report sul recupero dell’economia di Gaza, rilasciato a luglio dal Programma dell’UNDP per l’Assistenza al Popolo Palestinese di Gaza e scritto da Mohammed Samhouri.
Il rapporto, dal titolo “Tre anni dopo le ostilità del 2014 – Oltre la sopravvivenza: sfide alla ripresa economica e sviluppo a lungo termine” sottolinea che l’economia di Gaza si è in fase di stagnazione da 10 anni, con una crescita di PIL annuo reale che non ha oltrepassato l’1,44% nell’ultimo decennio, mentre la popolazione a Gaza è cresciuta del 38,4% nello stesso periodo di tempo. Secondo quando scritto nel documento, una maggiore crescita del PIL è necessaria al fine di ridurre la disoccupazione cronica di Gaza che al momento si attesta al 40,6% e per sviluppare le condizioni di vita.

L’unico canale ancora attivo è quello degli aiuti umanitari che arrivano da singoli o associazioni. Dall’Italia in questi giorni è partito lo staff di Music for Peace. Da Milano Malpensa alla volta di Tel Aviv. Sono circa 60 le tonnellate che quest’anno saranno distribuite in prima persona dai volontari dell’organizzazione ai civili palestinesi e agli ospedali locali. 60 tonnellate tra alimenti e farmaci, frutto delle dirette donazioni in natura di centinaia di migliaia di persone che hanno contribuito concretamente alla realizzazione della carovana. “60 tonnellate – dicono da Mfp – che rappresentano cuori e mani volti ad aiutare coloro i quali si trovano ad affrontare guerra e povertà”.

“A causa delle tensioni diplomatiche e la mancanza di un parere positivo da parte del governo egiziano – spiegano Stefano Rebora, Claudia d’Intino e Vincenzo Larosa. – anche quest’anno per la preparazione del convoglio, ci siamo interfacciati con le Autorità Israeliane. A seguito di un’attesa estenuante durata oltre due mesi il parere positivo per la partenza dei contenitori è arrivato il 9 agosto”. Eescludendo problematiche di connessione o sicurezza, il Diario di Bordo della missione sarà pubblicato sulla pagina facebook “Music for Peace Creativi della Notte”.

Sono già arrivati a destinazione invece gli aiuti dell’Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese – Abspp onlus – che sta portando avanti progetti per sostenere l’Educazione in Palestina. Uno dei progetti in corso è rivolto alle scuole: 250 bambini e bambini hanno ricevuto cartelle e materiali scolastici e indumenti, come si vede nelle foto.
Il Presidente dell’associazione, l’arch. Mohammad Hannoun, invitato alla raccolta fondi di beneficenza per difendere il popolo palestinese attraverso i progetti in Palestina, in generale, e a Gaza in particolare.

I genitori gazawi stanno affrontando gravi difficoltà e non possono soddisfare i bisogni dei propri figli a causa della crisi economica che ha investito la Striscia di Gaza sotto assedio da 1o anni. Essi non riescono ad acquistare materiale sia per l’inizio del nuovo anno scolastico sia per la Eid al-Adha che si celebrerà tra fine mese e i primi giorni di settembre.
Il Presidente dell’Abspp ha ringraziato coloro che hanno donato fondi per i progetti e ha invitato a mantenere l’attenzione e il sostegno al popolo palestinese.

http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2017/8/22/49944-il-lento-declino-della-striscia-di-gaza-da-undici-anni/

 

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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