E’ cristallino come qualcosa non funzioni, a livello sociale, se una quindicenne non può prendere un autobus a causa del colore della sua pelle. Non parliamo degli anni sessanta in America e di una novella Rosa Parks, ma del 2017 a Torino. Nella civile Italia, un Paese che, a detta di alcuni nostri politici, è ai primi posti per l’accoglienza dei migranti, una giovane quindicenne, figlia di madre italiana e padre africano, è stata aggredita su un mezzo del trasporto pubblico locale. L’adolescente stava recandosi a scuola, in autobus, come fanno abitualmente ogni giorno centinaia di migliaia di suoi coetanei, in tutta la nostra penisola, ed era appena salita a bordo del veicolo quando un signore sulla sessantina le ha volutamente tirato un calcio sul ginocchio sinistro. Nel silenzio e nell’indifferenza degli altri passeggeri la ragazza si è allontanata, fingendo che non fosse successo nulla, e lasciando quindi correre un sopruso tanto insensato quanto inaccettabile, ma il suo aggressore avrebbe continuato a fissarla per alcuni interminabili secondi, secondo quanto testimoniato dalla giovane, prima di insistere nel suo intollerabile atto di sfregio e disprezzo, questa volta a parole, le quale, si sa, riescono spesso ad essere ben più insostenibili di un calcio: “E’ inutile che tu vada a scuola, tanto finirai sulla strada. Tornatene al tuo Paese…” le avrebbe detto l’uomo, sempre che poi così lo si possa chiamare, in una serie di frasi che contenevano anche numerosi improperi a sfondo razziale, fuori luogo oltre che assolutamente inadatti ad una ragazza il cui Paese è, a tutti gli effetti, l’Italia.

Intorno alla scena nessuno è intervenuto, nessuno ha fatto nulla per limitare l’azione di una persona che, con bieca intolleranza ed inaccettabile vilipendio, ha rovinato – quantomeno – la giornata ad una ragazza e ci ha dimostrato, una volta in più, quanta sia ancora la strada che dobbiamo percorrere come italiani per levarci di dosso preconcetti e atteggiamenti di intolleranza che, francamente, non sono più concepibili in un momento storico come quello che stiamo attraversando, sempre che lo siano mai stati in precedenza. Rigurgiti postcolonialisti? Riflessi di una propaganda errata e sprezzante portata avanti dalle destre che, lentamente ma innegabilmente, stanno riaffiorando un pò dappertutto? Semplice ignoranza? Non ha neppure senso cercare di capire quali siano state le molle che hanno fatto scattare questo sessantenne, il quale però è sintomo di qualcosa che non funziona. E’ importante concentrarci sul fatto che l’uomo in questione sia, come detto, “sulla sessantina”, perché numerosi studi ed indagini hanno evidenziato come siano proprio le persone di età avanzata ad avere più problemi nell’accettare il “diverso”, inteso come qualcuno che abbia alcune caratteristiche diverse dalle nostre, nel caso in questione il colore della pelle, e a vederlo come una minaccia, un pericolo. Tali analisi indicano anche come per i più giovani, per i ragazzi in età scolastica, la questione razziale neppure esista, tanto comune è ormai la presenza di stranieri nelle aule italiane; e riprova ne è anche il fatto che la quindicenne di Torino abbia ricevuto, indistintamente, la solidarietà di tutti gli studenti della sua scuola e di tutti i tesserati della soietà di pallacanestro per la quale gioca.

Casi come quello di cui si è scritto, dunque, dovrebbero essere sempre più rari in futuro, se è vero che le nuove generazioni saranno sempre meno intolleranti alla diversità etnica, e ce lo auguriamo, ma la situazione di oggi è quella chiaramente fotografata da questo episodio: alla fine del 2017 ci sono ancora persone che ne disprezzano altre semplicemente perchè hanno una pigmentazione più scura.

Di Mattia Mezzetti

Mattia Mezzetti. Nato nel 1991 a Fano, scrive per capire e far capire cosa avviene nel mondo. Crede che l’attualità vada letta con un punto di vista oggettivo, estraneo alle logiche partitiche o di categoria che stanno avvelenando la società di oggi. Convinto che l’unica informazione valida sia un’informazione libera, ha aperto un blog per diffonderla chiamato semplicemente Il Blog: http://ilblogmm.blogspot.it.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy