Francesco Cecchini

Manuel Santos e Rodrigo Londoño, Timochenko, il 24 novembre 2016.

Dal 24 novembre 2016, giorno in cui è stato firmato l’accordo finale tra governo colombiano e FARC-EP (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia – Ejército del Pueblo), è trascorso un anno e si sono verificati una serie di fatti, alcuni positivi e molti altri negativi che ostacolano il processo di pace. Insomma molte ombre e poche luci. Lo scorso venerdì 24 novembre, il presidente colombiano Juan Manuel Santos e Rodrigo Londoño detto “Timochenko”, il leader del partito FARC (Fuerza Alternativa Revolucionaria del Común),  si sono riuniti per discutere specialmente delle recenti modifiche all’accordo Santos e FARC-EP  fatte dal Congresso e dalla Corte costituzionale, alla Giurisdizione Speciale della Pace (JEP), ma in generale della situazione in cui versa il processo di pace. Durante quattro ore Santos e Rodrigo Londoño hanno discusso su quello che è successo nei primi 12 mesi dalla firma dell’accordo, revisione cioè di tutte le questioni relative all’attuazione dell’accordo di pace. Entrambi hanno concluso che la riunione è stata intensa e positiva, che il bicchiere della pace sta mezzo vuoto e che assieme lavoreranno per ottenere gli obiettivi che finalmente realizzino una pace completa e definitiva. La realtà però è diversa, il bicchiere della pace sta molto più vuoto della metà.

GIURISDIZIONE SPECIALE PER LA PACE (JEP).

Attualmente è il centro del confronto sul processo di pace. La Corte Costituzionale e il Senato hanno modificato la Giurisdizione Speciale per la Pace (JEP) mettendo in serio rischio le garanzie di verità e di giustizia. Secondo l’interpretazione della Corte la JEP serve per giudicare solo i guerriglieri delle FARC-EP e non per esaminare le responsabilità di tutti gli attori del conflitto armato. Alla sentenza emessa dalla Corte Costituzionale si sono poi aggiunte le modifiche che il Senato ha fatto del documento, tra i cui aspetti più controversi è l’impossibilità dei difensori dei diritti umani di far parte della JEP. Attualmente la JEP è discussa nel Parlamento. Il partito FARC ha duramente attaccato le modifiche, notando che queste, tra l’altro, le modifiche apportate al PEC lasciano la porta aperta per la loro estradizione negli Stati Uniti. Timochenko ha persino inviato una lettera al Segretario Generale delle Nazioni Unite (ONU), Antonio Guterres. Secondo Timochenko, i cambiamenti mettono in pericolo l’accordo Santos-FARC-ep. Ha anche presentato denuncia al procuratore della Corte penale internazionale, Fatou Bensouda. A parte le lettere per impedire che la JEP venga trasfigurate è necessaria che venga organizzata una mobilitazione popolare.

INADEMPIENZE

Il 55% degli impegni presi dal governo colombiano che oltre il disarmo delle FAC-EP riguardano la riforme agrarie e politiche, riparazione e giustizia per le vittime, etc.,etc., sono rimaste nella carta. Solo 8 delle 27 leggi necessarie per realizzare la pace sono state approvate.

IL NUOVO PARAMILITARISMO

Mentre le FARC-EP si sono disarmate e l’ELN si prepara a farlo, sono cresciute le attività paramilitari principalmente contro organizzazioni sociali che difendono i propri diritti. Occupano o cercano di occupare i territori che le FARC-EP liberano. Lo stato non li riconosce e parla di Bacrim, bande criminali, comuni criminali cioè, ma è una sottovalutazione pericolosa. Viene anche enfatizzata una presunta del Clan del Golfo, che consegna anche cocaina, ma il paramilitarismo è diffuso e si diffonde e colpisce. Giustamente ELN e FARC riunite a Quito hanno dichiarato che questo paramilitarismo è il pericolo maggiore per la pace.

OMICIDI

Almeno 23 ex guerriglieri e 11 famigliari delle FARC -EP sono stati assassinati da quando è stato firmato l’accordo di pace. Dal 2016 circa 200 sono stati gli omicidi di leader sociali e di diritti umani. La responsabilità è di paramilitari.

NARCO COLTIVAZIONI

All’inizio del processo di pace la Colombia aveva 47 mila ettari coltivati a foglie di coca. Un anno fa quando si firmò l’accordo di pace la quantità era più triplicata, raggiungendo i 146 mila ettari. Nuove vie del narcotraffico e la valorizzazione del dollaro hanno contribuito all’aumento. Attualmente non c’è una contabilità attualizzata della quantità di terreno coltivato a foglie di coca. Santos afferma che a fine anno vi sarà una notevole diminuzione. Si dubita che sia propaganda. Nelle coltivazioni di foglie di coca e nel narco traffico sono implicati direttamente gruppi paramilitari.

AMNISTIA

Come parte dell’accordo, lo scorso dicembre fu approvata un’amnistia, che in teoria dovrebbe favorire tutti i combattenti della guerriglia che non erano coinvolti in crimini atroci. Secondo le FARC, circa 1.000 dei suoi membri restano in carcere, nonostante abbiano diritto all’amnistia.

REINCORPORAZIONE SOCIALE

Il direttore del Centro di analisi e affari pubblici, Juan Fernando Londoño, ha affermato che il processo di re incorporazione che riguarda circa 10.000 ex combattenti procede con molta lentezza.

MINE ANTIUOMO

La Colombia è il secondo paese, dietro l’Afghanistan, con il maggior numero di mine. Nel 2017 i mutilati o feriti sono stati una sessantina Il 47% del territorio è con mine antiuomo.

COLLOQUI TRA GOVERNO ED ELN

I colloqui di pace tra governo ed ELN (Ejército de Liberación Nacional) stanno continuando, ma i risultati finora sono poveri. Il due dicembre prossimo saranno due mesi del cessate il fuoco bilaterale, fin qui il maggior risultato ottenuto. Va ricordato però che questo ebbe un momento di crisi a fine ottobre con l’omicidio del leader indigeno Aulio Isarama da parte dell’ELN.

COLOMBIA, STATI UNITI E NATO.

I rapporti tra Colombia, Stati Uniti e NATO si intensificano e non vanno di certo in favore della pace. Vedere in merito un articolo precedente.

https://www.ancorafischiailvento.org/2017/11/08/colombia-armi-nato-stati-uniti/

CONCLUSIONE.

Da un’analisi della situazione è chiaro che il bicchiere mezzo vuoto di cui hanno parlato Santos e Timoshenko nella riunione di venerdì scorso è solo pieno un paio di dita. Molti sono i fattori dai quali dipenderà il riempirlo in tempi non lunghissimi. Tra i quali, la eliminazione definitiva del paramilitarismo. Il 25 novembre scorso è stato torturato e assassinato Mario Jacanamijoy leader del popolo originario Inga del Caquetà e il cittadino Dubier Prieto Coro, che smentisce l’affermazione del presidente Santos che gli omicidi di leader sociali e dei diritti umani non sono sistematici. Molto dipenderà anche dal ruolo e dalla capacità di mobilitazione del nuovo partito politico FARC, non solo in funzione delle prossime elezioni del 2018

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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