Francesco Cecchini

Donna saharawi che manifesta per l’indipendenza del Sahara Occidentale.
Nel 1955, dieci anni dopo la, le Nazioni Unite, ONU, stabilirono norme minime standard per il trattamento dei prigionieri politici in tutto il mondo. Sessant’anni dopo, nel 2015, queste norme sono state modificate per incorporare i progressi del diritto internazionale e degli standard nelle prigioni. La revisione è stata preceduta da quattro riunioni intergovernative di esperti del gruppo tra il 2011 e il 2014, per raccomandare le necessarie modifiche delle norme esistenti. Nel dicembre 2015, l’ONU ha adottato la storica risoluzione n .70 / 175 per adottare le regole riviste, ora conosciute come “regole di Mandela in onore e apprezzamento del retaggio del defunto presidente del Sudafrica”. Mandela ha trascorso 27 anni della sua vita in prigione, nel corso della sua lotta per i diritti umani, l’uguaglianza, la democrazia e la promozione di una cultura di pace. I principi delle “regole di Mandela” sono i seguenti. 1. RISPETTO DELLA DIGNITA’ DEI PIGIONIERI. La dignità dei prigionieri, esseri umani, va rispettata. Sono vietati tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani, degradanti. 2. SERVIZI MEDICI E SANITARI.L’assistenza sanitaria dei detenuti è una responsabilità dello Statostatale e dove essere di pari livello rispetto a quella disponibile nella comunità nazionale e organizzata in stretta relazione con l’amministrazione generale della sanità pubblica. Esiste una guida dettagliata sull’assistenza sanitaria in carcere e sul ruolo della struttura sanitaria. 3. MISURE E SANZIONI DISCIPLINARI. Vi è una guida aggiornata sull’uso di strumenti di contenzione, garanzie procedurali nelle procedure disciplinari e chiarimenti sulle sanzioni disciplinari proibite, ad esempio, la restrizione dell’acqua potabil). Come principio generale, il personale carcerario è incoraggiato a prevenire conflitti, per prevenire i reati disciplinari e risolvere i conflitti. Le limitazioni all’uso della confinamento in isolamento sono incluse per la prima volta in uno standard internazionale. 4. INDAGINI SU MORTI E TORTURE IN PRIGIONE. . Le disposizioni aggiornate introducono gli obblighi delle autorità carcerarie a indagare in caso di morte, scomparsa o lesioni gravi. Ciò include obblighi in materia di segnalazione, indagini e notifica di familiari o amici. 5. PROTEZIONE DELLE PERSONE E DEI GRUPPI VULNERABILI. Questo principio stabilisce che devono essere identificati i bisogni individuali e di gruppo dei detenuti e che le misure che tengono conto di tali bisogni non devono essere considerate discriminatorie. 6. ACCESSO ALL’ASSISTENZA LEGALE. Le disposizioni sono state aggiornate e ampliate per coprire non solo la detenzione preventiva e i procedimenti penali, ma i requisiti del consulente legale in modo più completo sulla base dei Principi e linee guida dell’ assistenza legale,ONU 2012. Le Regole chiariscono inoltre che i detenuti sono autorizzati a conservare in loro possesso i documenti relativi ai loro procedimenti giudiziari.
Per i prigionieri politici saharawi detenuti nelle prigioni marocchine questi principi non vengono rispettati. Va detto che la stessa situazione riguarda i detenuti politici del Rif marocchino in rivolta. Il Marocco di re Mohammed VI è uno stato che colonizza, opprime e reprime. Dal momento dell’arresto, i detenuti sono vittime di pratiche che sono molto lontane dagli standard delle “regole Mandela” relative al trattamento dei prigionieri politici. Questo include lunghi interrogatori che possono durare fino a mesi , durante i quali sono spesso sottoposti a torture psicologiche e fisiche per ottenere una confessione forzata. Sono alloggiati in un ambiente violento, duro, psicologicamente dannoso; un ambiente che è spersonalizzante e disumanizzante. A questi prigionieri viene inoltre regolarmente negato l’accesso a un avvocato e tenuto in isolamento o come misura disciplinare o per motivi di sicurezza dello stato, della prigione o dei prigionieri. Queste condizioni vanno denunciate, ma l’oiettivo principale è la liberazione di tutti i prigionieri politici saharawi. La mobilitazione internazionale ha costretto il re del Marocco a un’ amnistia di centinaia di prigionieri saharawi, ma non è sufficiente.Lo scorso 19 luglio la Corte di appello di Rabat ha condannato 23 attivisti sahrawi, 8 allergastolo e altri 11 a pene comprese tra i 20 e i 30 anni di carcere, con laccusa di avere ucciso poliziotti marocchini durante lo smantellamento del campo di Gdeim Izik. Per questo la campagna per la liberazione di tutti i prigionieri politici sahrawi detenuti nelle carceri del Marocco e del Sahara Occidentale Occupato, deve continuare a tutti i livelli, innanzitutto a quello internazionale.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

2 pensiero su “LIBERTA’ DEI PRIGIONIERI POLITICI SAHARAWI.”

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