Il Segretario di Stato americano Rex Tillerson non lascia adito a dubbi; nel suo discorso alla Stanford University ha dichiarato che gli Stati Uniti “manterranno la presenza militare in Siria”, ampliando la loro azione per “proteggere i propri interessi nazionali”.
Dopo aver ricostruito l’origine della guerra siriana attraverso la solita fiction narrativa (e cioè quella del popolo schiacciato dal brutale dittatore che si ribella subendo la violenta repressione di un regime che non esita a usare torture e armi chimiche contro i propri cittadini, costringendo l’America a intervenire per ripristinare diritti umani e civiltà), Tillerson elenca i diversi obiettivi per giustificare le ragioni di questa scelta; di questi ne analizziamo tre:
1) La sconfitta definitiva di Isis e Al Qaeda
2) Il regime change su Assad come condizione necessaria per il rientro dei profughi siriani
3) Il contrasto all’espansione iraniana nella regione
Prima di analizzarli occorre però sottolineare una questione che con troppa facilità gli analisti occidentali dimenticano: e cioè che la presenza americana in Siria è del tutto illegale e priva di giustificazione nel Diritto internazionale.Washington si muove in Siria senza alcun mandato della Nazioni Unite; e il suo intervento a guida di una coalizione internazionale anti terrorismo, non è stato richiesto dal governo legittimo siriano (come invece è il caso della Russia, intervenuta in Siria su specifica richiesta di Assad).
continua…
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