Dopo aver di fatto assecondato o forse subito per senso di appartenenza le politiche renziane , la cosiddetta opposizione interna al PD  ha fatto il passo.

In molti  hanno lasciato il PD dando vita ad una nuova formazione : Liberi e Uguali.

Bisogna, dicono, tutelare il mondo del lavoro, salvaguardare il sistema sanitario pubblico unitamente  a quello scolastico.

Bhe un po’ tardi …..dopo che per stare in “ditta” è passato di tutto …..senza alcuna etica o vero senso di appartenenza .

Quel senso di appartenenza che doveva farli sentire veramente vicini a chi li aveva votati, a chi da operaio o da disoccupato, da studente o da casalinga, da impiagato pubblico o da precario aveva sperato veramente che un partito  che si proclamava di centro sinistra avrebbe fatto qualcosa di coerente con gli ideali che diceva di rappresentare .

Certo alle direzioni con molta compostezza si esponevano le perplessità  e la contrarietà alle varie “riforme” o leggi , ma nessuno ascoltava ….. in democrazia decide la maggioranza, poi in un partito che ha nel nome la parola democratico….

Quindi al voto passava la linea renziana , quella dei giovani , quelli capaci …. capaci persino di riuscire dove anni di berlusconismo  avevano fallito.

Giovani ed anche qualcuno meno giovane, tutti democraticamente determinati a tradire gli ideali di sinistra nel nome del “nuovo”, quel nuovo che in  realtà era quanto di più vecchio potesse esistere: politiche liberiste e reazionarie.

Poi una volta approvata la linea in parlamento ed in senato tutti allineati e coperti, al massimo qualche “sovversivo” si asteneva o lasciava l’aula per non votare….ahahahhah…..prima la “ditta”… fra uno scandalo ed una “riforma” hanno dato il via libera a tutto e di più, senza remore.

Così dopo svariate e continue sconfitte elettorali, incalzati anche dai dati sconfortanti dei sondaggi il gruppo dell’opposizione interna del PD ha finalmente capito.

Meglio tardi che mai direi, ma comunque troppo tardi.

Si sono resi conto che esisteva un bosco, definiamolo così, un bosco in cui hanno trovato rifugio i tanti delusi, traditi ed ingannati ….. tutti quelli che avevano creduto nel  PD , nel partito che doveva essere quello che sta dalla parte dei lavoratori, dei più deboli, nel partito che avrebbe dovuto garantire un  minimo di giustizia sociale.

Quindi hanno ben pensato che bisognava fare qualcosa per riconquistare il popolo del “bosco”.

Operazione difficile quasi impossibile.

Soprattutto alla luce dell’appoggio dato al PD per le elezioni regionali del Lazio.

Si cerca di alimentare gli estremismi per dare un senso alla funzione dei partiti, sia a destra che a sinistra.

Il pericolo sembra essere l’immigrato, il clandestino oppure il ritorno del fascismo.

Si genera quindi un conflitto forviante che sposta l’attenzione dai problemi veri cercando  di dare un senso ideologico alle funzione politica dei partiti.

L’incapacità dimostrata dai governi che si sono susseguiti è evidente e se vogliamo possiamo certamente affermare che l’ultimo governo che ebbe un minimo di credibilità in termini di risultati fu quello dell’Ulivo con Prodi presidente.

In questi anni in nome dell’Europa abbiamo assistito alla desertificazione industriale dei nostri territori.

Infatti l’allargamento dell’ unione europea con l’ingresso di altri paesi ha creato sconvolgimenti  economici derivanti dalle differenti regole e norme legate al costo del lavoro e delle materie prime.

Conseguentemente i costi di produzione di beni e servizi risultano molto più bassi in paesi come ad esempio  la Romania o la Croazia rispetto a quelli presenti in Italia.

In estrema sintesi  siamo strozzati da regole comunitarie che da un lato ci impongono vincoli di bilancio e dall’altro consentono distorsioni di mercato con regole non omogenee per ciò che concerne il mondo del lavoro e dei mercati finanziari.

E’ difficile quindi capire tanta solerzia nell’applicare le regole relative alle dimensioni delle vongole mentre si lascia libero il campo alla corsa verso lo sfruttamento delle forza lavoro con una corsa al ribasso dei salari e dei diritti.

In questo contesto è quindi tutto più precario.

E’ precario il lavoro, è precaria la pensione, è precaria la scuola, è precaria l’assistenza sanitaria, è precaria la sicurezza.

Tutto precario e flessibile……e poi hanno l’ardire di parlare di sfide e flessibilità…..di riforme.

I dati sulle nascite in Italia parlano chiaro: la foto di un paese che ha perso la speranza, di un paese che non ha più un sogno, di un paese dove si sopravvive.

Non se ne esce con le ricette di una sinistra oramai poco credibile e nemmeno con la strumentalizzazione della paura cavalcata dalle destre.

Non se ne esce con programmi elettorali bellissimi e farciti di fantasiosi regali per varie possibili fasce elettorali.

Forse il folto popolo del “bosco” uscirà fuori ma non è detto che correrà fra le braccia di chi ha perso ogni cedibilità o di chi non l’ha mai avuta.

La suggestione derivante dalle paure e dalle finte contrapposizioni che ci stanno propinando potrebbe spingere l’elettorato verso derive di destra.

Il rischio è concreto ma d’altro canto è un rischio relativo dopo il cosiddetto  governo di centro sinistra …. sarebbe difficile a mio avviso fare peggio.

C’è il momento cinque stelle avvantaggiato dal fatto di non aver governato, insieme variegato di ideologie differenti  amalgamate da forte delusione per gli altri partiti.

Molte idee, alcune belle altre meno, tanta confusione.

In pratica a mio avviso nel nostro Paese ci troviamo, a fronte di un contesto altamente problematico sotto tutti i punti di vista, con una legge elettorale che non garantisce la governabilità e con un’offerta politica di scarsa qualità.

Che dire, con il senno del poi c’è ne sarebbero cose da dire ma non credo sia utile o servirebbe a qualcosa.

Certo è che se quel bosco non fosse mai esistito e che se l’elettorato fosse stato più attento ai problemi reali e meno alle contrapposizioni ideologiche senza farsi abbindolare da false promesse e temporanee prese di reddito forse la situazione sarebbe stata migliore.

In questo quadro desolante non biasimo chi resta nel bosco, anche se secondo me non è la scelta giusta.

Infatti non è lasciando ad altri la scelta che la situazione potrà mai cambiare.

Sfruttiamo la possibilità di esprimere il nostro voto, anche solo per onorare la memoria dei tanti che per darci questa possibilità hanno lottato spesso sacrificando la propria vita.

Ognuno secondo la propria idea, secondo il proprio sentire.

L’occasione di poter esprimere i propri convincimenti ovviamente non si esaurisce con il voto, è opportuna una maggiore partecipazione soprattutto  dopo, bisogna spendersi ognuno nel suo piccolo, spendersi per cercare di cambiare questo martoriato Paese.

Dai tutti fuori dal bosco!!!

 

By Peter

Di Peter

Anni di militanza politica iniziati con il PDS hanno portato la sua deriva sinistroide passando per PD e PDCI ad aderire per un breve periodo anche a Rifondazione Comunista per poi lasciar perdere... Per oltre 10 anni ha fatto sindacato nella FIOM , con grande amarezza anche questa esperienza si è conclusa. Credo che "bisogna saper scegliere in tempo, non arrivarci per contrarietà" (Eskimo, Francesco Guccini). Perchè scrive? Forse perchè "sta ancora a rosicà", forse perchè vede troppa gente che sta male e troppa che non capisce la realtà che viviamo plagiata da un'informazione farlocca.

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