Mohamed Dihani, Omar Zein Bachir.

L’ultimo bilancio della televisione di Stato algerina. Il velivolo (Ilyushin Il-76) è precipitato nei pressi dell’autostrada che collega Boufarik a Blida, a sud-ovest della capitale Algeri. L’aereo militare è precipitato mercoledì 11 aprile verso le 8 ora locale (le 9 in Italia). Si è schiantato al suolo poco dopo essere decollato dall’aeroporto di Boufarik. Il Ministero della Difesa algerino ha confermato in un comunicato che il numero di morti nell’incidente aereo avvenuto mercoledì mattina, presso l’aeroporto di Boufarik in Algeria è di 257 morti. L’autorità della Repubblica Araba Saharawi Democratica, tramite la sua ambasciata in Algeria, confermano 30 civili saharawi ed un bambino di 7 mesi. Sidati Luali Mohamed Sidati, un bambino saharawi di sette mesi è morto nel tragico incidente dell’aereo. Sidati stava viaggiando con la madre e la nonna Iman Nayat per un controllo medico nella capitale algerina, salito sull’aereo per arrivare a mezzogiorno a Tindouf presso i campi profughi saharawi. L’aereo è precipitato minuti dopo per un guasto tecnico nel motore entrando in collisione con il terreno lasciandosi alle spalle tutti i passeggeri morti. 257 morti di cui 30 saharawi, quattro bambini. L’aereo militare che copriva la rotta Algeri – Beshar – Tindouf, comprendeva viaggiatori militari algerini e 30 saharawi tra studenti, malati e anziani. 20 di loro erano malati, tra donne e bambini. Il viceministro della Difesa nazionale e capo di Stato maggiore dell’Esercito popolare algerino, Ahmed Gaid Salah, “ha ordinato la formazione immediata di una commissione d’inchiesta per chiarire le cause dell’incidente”. Ha poi interrotto una visita a un’altra base militare per andare “sui luoghi dell’incidente per ispezionare le perdite e i danni e prendere le misure necessarie”, si legge nella nota. L’autorità saharawi hanno annunciato la creazione di una commissione nazionale presieduta dal ministro degli Interni saharawi, composta dal ministro della sanità pubblica, dall’ambasciatore della Repubblica saharawi in Algeria, dal segretariato di Stato per la sicurezza e la documentazione e dal ministero della giustizia e degli affari saharawi.

Di Mohamed Dihani/Omar Zein Bachir

Mohamed Dihani Sono un ragazzo saharawi del laayoune la capitale del Sahara Occidentale. Sono il responsabile generale del sito www.wesatimes.com Piattaforma di informazione sul popolo saharawi in 5 lingue. Attivista lotto per i diritti umani collaboro con l'associazione ASVDH (Associazione Saharawi per le vittime di gravi violazioni dei diritti umani) Omar Zein Bachir ragazzo saharawi dei campi profughi di Tindouf - Algeria. Abito a Modena dove ho studiato Tecnico Informatico aziendale e lavoro all'Avis di Modena. Collaboro con l'associazione Kabara Lagdaf di Modena per far conoscere la questione del Sahara Occidentale. Responsabile del sito in italiano Wesatimes piattaforma di informazione sul popolo saharawi.

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