Sono trascorsi trentotto anni dal 2 agosto del 1980 quando un ordigno fu fatto esplodere dai fascisti del Nar nella sala d’aspetto della stazione di Bologna ed oggi gli esecutori materiali della strage sono liberi, mentre non si sa nulla dei mandanti
Erano le dieci e venticinque minuti del 2 agosto 1980 quando una bomba ad alto potenziale esplose all’interno della sala di attesa di seconda classe della stazione ferroviaria di Bologna affollata di turisti in partenza o di ritorno dalle vacanze. L’ordigno, composto da 23 kg di esplosivo, una miscela di tritolo e T4, potenziato da 18 kg di nitroglicerina ad uso civile, era contenuto in una valigia con un congegno a tempo. L’esplosione causò il crollo dell’ala ovest dell’edificio, investì il treno Ancona – Chiasso in sosta sul primo binario, fece crollare 30 metri di pensilina e distrusse il parcheggio dei taxi antistante alla stazione.
Trentotto anni dopo gli esecutori materiali della strage, nonostante la sentenza di condanna a trent’anni di carcere emessa il 23 novembre 1995, i fascisti Francesca Mambro e Giusva Fioravanti, sono liberi, mentre Luigi Ciavardini è in semilibertà. Non si conoscono invece i mandanti, sempreché essi ci siano.
Il processo iniziato il 19 gennaio del 1987 ha dimostrato che fu un atto terroristico compiuto da esponenti della Destra eversiva dei Nar, i Nuclei armati rivoluzionari, che a Milano e Roma seminarono morti e feriti durante gli anni Settanta. L’attentato, che ha causato 85 morti e 200 feriti, rientrava nella cosiddetta ‘Strategia della tensione’ iniziata il 12 dicembre del 1969 con la bomba di piazza Fontana a Milano. Quelli furono gli anni dei Servizi segreti deviati, di Gladio, dei depistaggi, della stragi compiute dai terroristi di estrema Destra, spesso utilizzati come pedine da poteri occulti come la P2 e che avevano un solo scopo: impedire al Partito Comunista Italiano di accedere al governo del Paese.
Fonte: wikipedia.org