Francesco Cecchini

FALCE, CARTUCCERA E GRANO FOTO DEL 1927 DI TINA MODOTTI.

Mia Dolce Rivoluzionaria dei Modena City Ramblers è dedicata a Tina Modotti.
Lei voleva la rivoluzione, l’aspettava e diceva di no alle mie riflessioni ed ai vari argomenti, ai distinguo ad ai tanti però Lei credeva in un puro ideale, nel riscatto di tutte le masse al compromesso borghese e alla pace sociale opponeva la lotta di classe Alza il pugno, alza il pugno mia dolce rivoluzionaria Alza il pugno, alza il pugno …

Tina Modotti, italiana e messicana, (1896, Udine-1942, Città del Messico), fotografa, comunista e rivoluzionaria coniugò nelle sue fotografie arte, tensione civile e impegno politico.
Un mostra,Tina Modotti fotografa e rivoluzionaria, dopo essere stata esibita in molte città italiane è ora a Villorba, Treviso, dal primo novembre al due dicembre. Curatore è Reinardt Schultz della Galleria Bilderwelt di Berlino.
Vittorio Vidali, il suo ultimo compagno nella vita la definisce fotografa e combattente. Vittorio Vidali così ricorda, in un’intervista, Tina fotgrafa e donna.
Il valore delle fotografie di Tina Modotti, al di là del loro fascino intrinseco, è dato dal fatto che esse rappresentano una grande testimonianza della sua tensione umana, sociale e rivoluzionaria. Quali immagini lei reputa più significative di questa perfetta identificazione tra fotografia e rivoluzione?
Personalmente ritengo più aderenti alla sua vita di rivoluzionaria e alla sua tensione sociale quelle fotografie che descrivono la contrapposizione tra la miseria e la ricchezza del paese, la maternità e linfanzia, la vita dura dei contadini, i pericoli nel lavoro degli operai. Tina era molto apprezzata anche come fotografa delle opere di Diego Rivera, Orozco e Siqueiros, i tre grandi muralisti messicani.
E’ certamente restrittivo considerare Tina Modotti solo entro questo ambito professionale, sia pure con gli opportuni riferimenti al mondo culturale e alla temperie storica in cui Tina si trovò a vivere. Lei, che ne ha condiviso intensi anni di militanza e profonde esperienze di vita, come ama ricordarla?
Personalmente amo ricordare Tina, così come lho fatto nel mio libro, donna modesta, gentile, dal carattere forte, stoico, intelligente, piena di volontà di lavorare, con forte capacità di abnegazione nella difesa dei suoi ideali. Contemporaneamente amo ricordarla donna dolce, leale, generosa, ricca di femminilità.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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