di Cooperazione Rebelde Napoli

Autonomia

Sono passati quasi venticinque anni dal 1° gennaio 1994, dall’insurrezione di migliaia di indigeni organizzati dall’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, in uno stato messicano, allora sconosciuto, il Chiapas. Da allora di “acqua sotto i ponti” ne è passata tantissima a livello internazionale ed anche nelle Montagne del Sud Est messicano.

Una cosa però è certa, la sfida partita pubblicamente il giorno dell’entrata in vigore dell’Accordo nordamericano per il libero scambio (Nafta) non solo è ancora aperta ma ha cambiato radicalmente la vita di migliaia di donne e uomini.

Oggi se si arriva in uno qualsiasi dei cinque Caracoles zapatisti, sedi delle Giunte di Buon Governo, che autogovernano le comunità zapatiste, ad accoglierti sono giovani ragazze e ragazzi, che sono “autorità”, “responsabili delle cooperative”, “promotori di salute”, “promotori d’educazione” etc. Sono loro che amministrano la complessità della vita sociale nelle zone della Selva Lacandona e delle montagne degli Altos: costruiscono e rafforzano giorno dopo giorno una inedita esperienza di totale autonomia che, come loro stessi dicono, è grazie “alla resistenza e alla ribellione che ci siamo conquistati la libertà di essere liberi, di decidere il nostro presente e inventare un futuro diverso”.

Cooperazione dal basso

Di certo non tutto è rose e fiori oppure senza difficoltà e contraddizioni. Le provocazioni create ad arte da gruppi foraggiati dai vari livelli del potere locale e centrale, continuano. Così come costruire l’autonomia non è “solo feste e balli, ma anche doveri e responsabilità”.

In questi anni molta acqua è passata anche nel movimento di sostegno e solidarietà con gli uomini e donne del colore della terra. Tanti e tante sono stati in Chiapas negli anni in cui il SubComandante Marcos era vivo (… eh sì perché per chi non lo sapesse gli stessi zapatisti hanno deciso di farlo morire in quanto figura-simbolo, hanno collettivamente deciso che per parlare al resto del mondo non ne avevano più bisogno, ed è nato il Subcomandante Galeano, in ricordo di Galeano, maestro zapatista ucciso dai paramilitari a La Realidad nel 2014).

Tra quei tanti e tante che hanno attraversato il sud est messicano ci siamo ancora noi che dal 1996 continuiamo a sostenere la lotta delle donne e degli uomini indigeni zapatisti. Con la stessa determinazione che aveva permesso di illuminare le notti stellate de La Realidad portando dall’Italia una turbina e costruendo un sistema di illuminazione laddove ancora oggi il governo federale non riesce a portare l’energia elettrica, oppure contribuendo alla costruzione della Clinica di San Josè del Rio che oggi funziona come centro di formazione dei promotori di salute della zona del Caracol I – Madre de los Caracoles del mar de nuestros sueños – oppure sostenendo l’arrivo di due ambulanze dedicate a Carlo Giuliani e a Dax che permettono il trasporto dei malati nella zona degli Altos nel Caracol di Oventik.

Noi ancora andiamo in Chiapas accompagnando chi ha ancora voglia di conoscere uomini e donne che hanno buttato il cuore oltre l’ostacolo, che con una continua ricerca per andare avanti si mettono in gioco e rappresentano una esperienza per certi versi unica.

Le zapatiste e gli zapatisti non sono un modello da esportare, non sono la soluzione a tutta la drammatica complessità del presente. Sono però con intelligenza, passione, etica e sorriso compagne e compagni che ci provano realmente, giorno dopo giorno a cambiare il proprio presente. Per questo occupano uno spazio particolare, lo spazio dell’imprevedibile ma al tempo stesso del possibile.

Stanno bene

Alla domanda come stanno gli zapatisti possiamo rispondere che, anche a livello di salute fisica e non solo di salute politica, stanno sicuramente bene e meglio.

Un incontro nel dicembre del 2016 tra i Promotori di salute zapatisti e alcuni operatori sanitari italiani che erano presenti al ConCiensas ha dato vita al progetto di solidarietà “Juntos para el derecho a la salud” per costituire Brigate sanitarie per la formazione dei Promotori di salute e la raccolta di materiali sanitari.

In particolare si è focalizzati sul rafforzamento dei Laboratori d’analisinella zona Selva Tzeltal. Nel corso di quattro delegazioni, a cui hanno partecipato studenti di medicina, dottori/e, chirurghi e professionisti di laboratorio di analisi cliniche, oltre a solidal* senza esperienze in campo sanitario, sono stati formati i Promotori e attivato pienamente un Laboratorio centrale presso il Caracol de La Garrucha.

Ora siamo in una fase di consolidamento ed espansione del progetto attraverso l’attivazione di altri Laboratori d’analisi nei quattro Municipi della zona. Il funzionamento dei Laboratori di analisi decentrati permetterà lo svolgimento di campagne di monitoraggio e di controllo sulla popolazione delle comunità in stretto contatto con i Promotori di salute presenti in ogni villaggio. Questo agevola il lavoro di prevenzione e cura e permette un ulteriore avanzamento dell’autonomia zapatista nei confronti del sistema sanitario governativo che continua ad avere modalità escludenti per gli indigeni e i poveri.

Non abbiamo smesso di partecipare alle loro inziative

Abbiamo bisogno del sostegno di chiunque voglia aiutarci in questa impresa, si può fare procurandoci il materiale che serve, facendo piccole e grandi donazioni, indicandoci laboratori che hanno materiale funzionante ma in disuso, invitandoci a raccontare quello che avviene da venticinque anni nelle montagne del sud est messicano dove un popolo di uomini e donne ha ripreso in mano il proprio destino con dignità e giustizia.

Noi continuiamo ad appoggiare gli zapatisti, a partecipare alle loro iniziative, che in molti casi sono una boccata d’aria fresca, continuiamo a credere che si possa “costruire un mondo che tenga dentro tanti mondi”. Vorremmo che altri ci diano una mano, che si possa riprendere il cammino verso un altro mondo possibile qui e ora.

Ci impegniamo, insieme a molti altri, a far circolare in Italia i loro scritti, come l’ultimo libro di racconti del SubComandante Galeano “Hablar colores – Parlare a colori” il cui ricavato andrà alle comunità zapatiste.

La prossima Brigada Sanitaria è in programma tra dicembre 2018 e gennaio 2019. Per informazioni e contatti: brigatesalutechiapas@gmail.com.

https://comune-info.net/2018/10/e-gli-zapatisti-come-stanno/

 

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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