In un editoriale di Robert J. Samuelson, giornalista del quotidiano statunitense ‘The Washington Post‘ si evidenzia che la perdita del potere militare dell’esercito degli Stati Uniti è “una lezione particolarmente importante alla luce di eventi recenti come le dimissioni del segretario alla Difesa Jim Mattis, la decisione affrettata del presidente Trump sul ritiro delle truppe americane dalla Siria, l’annuncio da parte della Corea del Nord del suo desiderio di mantenere le armi nucleari e infine il massiccio attacco informatico da parte di cittadini cinesi.”

Dopo la Guerra Fredda, gli americani presumevano che nessun altro paese potesse competere con gli Stati Uniti in termini di potenza militare e leadership tecnologica. La realtà, da tempo conosciuta nelle forze armate, è che i programmi di modernizzazione della difesa in Russia e Cina così come i progressi in Iran e Corea del Nord minacciano di superare le capacità statunitensi, spiega il quotidiano.

L’esercito svolge due ruoli essenziali nella difesa degli obiettivi internazionali degli Stati Uniti. Il primo è quello di scoraggiare qualsiasi aggressore che voglia mettere a repentaglio gli interessi degli Stati Uniti, perché i potenziali avversari sentiranno che le loro possibilità di vincere sono scarse. Il secondo è combattere e vincere guerre per proteggere quegli stessi interessi. In entrambi i casi, l’esercito statunitense è in una fase calante.

Secondo Samuelson, i più scettici, dovrebbero leggere il recente rapporto della Commissione per la strategia di difesa nazionale, redatta al Congresso da un gruppo di esperti civili e persino ufficiali in pensione. Ecco alcune citazioni da questo rapporto:

– Russia e Cina hanno capacità di attacco chirurgico, difese aeree integrate, missili balistici e da crociera, avanzate operazioni di guerra informatica e capacità anti-satellite;

– Gli Stati Uniti sono anche al culmine di una grave crisi di sicurezza nazionale.

E l’autore dell’articolo precisa: “Il mio collega editorialista, Max Boot, ci ha fatto un ottimo servizio nel pubblicare questo rapporto.

La superiorità aerea, che gli Stati Uniti danno per scontato dalla seconda guerra mondiale, non è più quella di una volta. E, senza controllo nel cielo, navi e soldati americani sarebbero estremamente vulnerabili.”

E aggiunge: “Lo spostamento nella nostra potenza militare ha almeno tre cause. Innanzitutto, riguarda le decisioni di altri paesi di rafforzare le loro forze armate, non possiamo cambiarlo. Il secondo è la natura mutevole della guerra, con l’intensificazione della guerra cibernetica e di altre nuove tecnologie (satelliti di comunicazione, ecc.) E infine il terzo, i tagli spericolati nelle casse della difesa nazionale.

Guardando ai numeri, tra il 2010 e il 2015, il budget della difesa nazionale è diminuito del 26%, passando da 794 miliardi di dollari a 586 miliardi. Escludendo la spesa in Iraq e Afghanistan, il calo è del 12%, da 612 miliardi a 541 negli stessi anni.

Il momento in cui il Pentagono è stato la forza trainante dietro il bilancio federale è passato. Nel 1960, la Difesa rappresentava il 52% della spesa federale e il 9% dell’attività economica complessiva (prodotto interno lordo). Nel 2017, le cifre comparabili erano il 15% della spesa e il 3% del PIL.

In realtà, la spesa militare è in una tranquilla competizione con il welfare state degli Stati Uniti, la sicurezza sociale, le cure mediche, gli aiuti alimentari, che ora rappresentano circa il 70% della spesa di bilancio.

Il Pentagono perde e perde molto. I programmi di assistenza sociale coprono grandi circoscrizioni elettorali. Difesa, molto meno. I politici si sovrappongono al conflitto. Votano per il benessere mentre insistono che l’esercito americano è ancora il più potente del mondo. Ciò semplifica l’inazione della difesa, ma dimentica convenientemente che il margine di superiorità dell’esercito è stato drasticamente ridotto.

Allo stesso tempo, la scorsa settimana, la Russia ha affermato di aver testato con successo un missile ipersonico, la cui velocità di propagazione è circa otto volte quella del suono. Gli Stati Uniti non avrebbero difese contro questo tipo di missile. https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-washington_post_sveglia_lesercito_americano_non__invincibile/82_26551/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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