Francesco Cecchini

Algerini dimostrano felicità per la rinuncia di Bouteflika.


Lunedì 11 marzo 2019 rimarrà, qualunque cosa accada, come un giorno storico per l’Algeria. Quello in cui il presidente uscente, Abdelaziz Bouteflika, che tutto sembrava il mese scorso, portare a un quinto mandato nonostante una salute in declino, alla fine ha dovuto rinunciare sotto la pressione popolare. Il capo dello stato ha rinviato sine die l’elezione presidenziale del 18 aprile, estendendo così il suo attuale mandato. Il popolo algerino ha festeggiato la rinuncia di Bouteflka, ma quello che chiiede e la fine del sistema corrotto e oligarchico. Il giornalista Fayçal Metaoui, editorialista di El Watan, interpetando il sentimento degli algerini ha dichiarato e diffuso la seguente dichiarazione che ha trovato molta attenzione: la rinuncia di Bouteflika è una bufala, perchè rimane al potere nonostante tutto,
Innegabilmente, c’è un prima e dopo il 22 febbraio. Le dimostrazioni del 22 febbraio hanno radicalmente cambiato la mentalità degli algerini che, il giorno prima, sembravano la rassegnati dall’inevitabilità del regime di Bouteflika. La perseveranza e la determinazione degli algerini, i cui osservatori hanno enfatizzato il pacifismo, possono portare a un profondo cambiamento del sistema?
Louisa Hanoune, segretaria generale del Partito dei lavoratori, rispondendo a questa domanda ha affermato che l’Algeria si troverebbe in una fase pre-rivoluzionaria.
La dichiarazione di Louisa Hanoune denota ottimismo,ma la situazione in Algeria è aperta a varie soluzioni. Il sistema di potere che appoggiava e in parte ancora appoggia Bouteflika non è stato definitivamente sconfitto. Dietro di lui si muovono, anche ora altre forze, i generali per esempio che nellombra gestiscono il potere. E non vogliono cederlo.
Lo sviluppo degli avvenimenti va seguito ed analizzato.

Fayçal Metaoui

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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