La spesa militare in Italia ammonta a circa 70 milioni di euro al giorno, destinati a salire a circa 100 secondo gli impegni assunti dai governi italiani in sede #Nato.

Meno male che siamo un paese che ha una #Costituzione che all’articolo 11 recita: “L’Italia ripudia la guerra…”

Il tema del taglio delle spese militari, del disarmo nucleare, dell’uscita dalla Nato, della #pace è uscito dall’agenda politica.

L’Italia è tra i paesi che non ha firmato il Trattato ONU per la messa al bando delle armi nucleari e si prepara ad accogliere nuove bombe nucleari americane B61-12 sul suo territorio.

Il Presidente Sandro Pertini diceva “svuotiamo gli arsenali, riempiamo i granai”. Oggi l’hanno dimenticato tutti.

A quelli che dicono che bisogna tagliare la spesa sociale per rispettare gli assurdi parametri europei, a quelli che dicono che non possiamo aiutare i richiedenti asilo perchè i soldi non bastano per gli italiani rispondiamo: ma perchè non tagliate queste spese di morte?

Come #RifondazioneComunista e #SinistraEuropea nella prossima campagna per le #ElezioniEuropee dobbiamo portare questi temi.

Anche perchè saremo l’unica lista a farlo.

Un nostro manifesto degli anni ’90 ci ricorda che “la pace non è Nato”.

Maurizio Acerbo

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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