Bene difendere le Ong (e Carola Rackete) contro la tracotanza salviniana. Meno bene che ci sono stati cento morti in Libia, e non hanno suscitato lo stesso clamore. L’Europa sul dramma africano non sa da che parte stare, e questo significa morti. Sulla nostra coscienza

Fulvio Scaglione

Per un paio di settimane abbiamo avuto la fragile ma tenace eroina Carola e il feroce ma grossolano Salvini, il coro greco e i profeti di sventura, il vascello pirata, il colpo di scena e la giustizia che trionfa. Ora possiamo fare un respiro profondo, rientrare in noi stessi e provare a occuparci del mondo reale.

Il mondo, cioè, dove non ci sono né migranti che fingono di volersi suicidare, né finanzieri che sfuggono a una morte improbabile, ma persone vere che muoiono davvero. Com’è successo a Tajoura, nei pressi di Tripoli (Libia), dove un centro per migranti sito a poca distanza dalla base militare di Dhaman è finito sotto un bombardamento. Oltre cento i morti, tra i quali molte donne e bambini, e decine di dispersi.

Continua…

https://www.linkiesta.it/it/article/2019/07/04/migranti-tajoura-libia-sea-watch-africa-putin-roma/42757/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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