Francesco Cecchini
Boris Pahor e la sua statua a Lubiana
Boris Pahor, scrittore di lingua slovena, partigiano, deportato nato a Trieste 26 agosto 1913 compirà 106 anni. Ha attraversato quindi tutto il secolo breve vivendo la repressione fascista, la ribellione a questa,la deportazione e linternamento in campi nazisti, i problemi legati al confine orientale, nel secondo dopoguerra.
La sua vita è stata segnata prima dal fascismo e poi dal nazismo. Nel 1920 a Trieste i fascisti hanno dato alle fiamme il Narodni Dom (Casa della Cultura slovena) su cui Boris Pahor scrive in Rogo nel porto e in Piazza Oberdan, che vive in prima persona da bambino. Contro la minoranza slovena il fascismo, per esempio, ha compiuto una delle violenze più dure: vietare luso della propria lingua materna quindi dellidentità.
Borid Pahor nel 1940 fu arruolato nel Regio Esercito e inviato al fronte in Libia. Dopo larmistizio dellotto settembre tornò a Trieste, occupata dai nazisti. Decise di unirsi alle truppe partigiane slovene, al Fronte di liberazione sloveno, che operava in Slovenia e a Trieste, Venezia Giulia. Nel 1955 descriverà quei giorni decisivi nel romanzo Mesto v zalivu , Città nel golfo.
Nel 1944 fu catturato dai nazisti e internato in vari campi di concentramento in Francia e in Germania. Ha scritto Necropolis, un titolo fondamentale della letteratura sugli stermini nazisti. Ci sono libri magnifici e che cambiano i lettori. A questa categoria appartiene Necropoli. Lo pubblicò nel 1966, in sloveno (“Non mollare mai le tue origini e la tua lingua” è una sua affermazione). L’opera è rimasta in penombra per oltre 20 anni, fino a quando è stata scoperta dal mercato italiano e sono arrivate le traduzioni internazionali. La sua lezione è più forte che mai. In Necropoli scrive che tutto divenne ancora più mostruoso quando a decine di migliaia di persone furono cambiati il cognome e il nome, e non soltanto ai vivi ma anche agli abitanti dei cimiteri.
Boris Pahor ha sconfitto fascismo e nazismo, che non hanno potuto eliminarlo, ancora vive e scrive! Ha avuto ed ha un ruolo nel superamento del confine orientale tra i popoli italiano, sloveno e croato. Significativa è la sua statua a Lubiana. Anche Trieste invece di pensare ad una statua a Gabriele Dannunzio, dovrebbe dedicare una statua al triestino e sloveno Boris Pahor.
BUON COMPLEANNO BORIS PAHOR!!!