DE BENEDETTI CONTRO LA PATRIMONIALE (come i ricchi tutelano la #riccanza infinocchiando le classi popolari)

De Benedetti ieri sera da Lilli Gruber ci ha spiegato che non bisogna introdurre #patrimoniale. Per motivare il suo considerarla una “stupidaggine” (se ricordo bene l’ha definita così) ha fatto pura disinformazione.
L’ingegnere ha messo paura all”80% delle famiglie italiane proprietarie di prima casa.
Faccio notare che tutte le proposte di #patrimoniale avanzate dalla #Cgil, dal Partito della Rifondazione Comunista, da La Sinistra o da altre formazioni della sinistra radicale o da sindacati di base NON prevedono di colpire la prima casa e nemmeno la seconda o la terza. Infatti si è sempre parlato di imposta sui GRANDI PATRIMONI a partire – a seconda delle proposte – dagli 800.000 o da 1 milione di euro. Vale lo stesso ragionamento per i depositi bancari.
Anche qui con la possibilità di calibrare interventi con aliquote crescenti.
Non è che De Benedetti e quelli come lui sono contrari perchè toccherebbe a loro pagare un po’ di più?

De Benedetti cita la Svizzera ma non dice che la patrimoniale c’è come in Norvegia, Spagna e Francia.

De Benedetti si fa scudo delle famiglie popolari che non ce la farebbero neanche a pagarla ma che infatti andrebbero escluse.
Più sincero il berlusconiano Panorama che giustifica così l’avversione alla patrimoniale:

“la patrimoniale va a colpire solo i redditi medio alti che, però, sono quelli che permettono all’economia di continuare a girare grazie a quel rapporto tra consumo e guadagno alla base del progresso economico” (sic!).

La lotta contro la #patrimoniale è un pezzo della #lottadiclasse che la classe dominante ha combattuto e vinto durante l’ultimo trentennio di offensiva neoliberista. Infatti nei paesi Ocse erano 12 quelli che la prevedevano nel 1990 e ora sono solo 4.

Mentre in questo trentennio la maggioranza della popolazione ha visto crescere balzelli di ogni genere (dalla sanità alle autostrade ai cimiteri a ogni genere di servizio ormai si paga tutto) lor signori han ben protetto la loro crescente accumulazione di ricchezza. In Francia la rivolta dei #GiletGialli è stata scatenata anche dall’indignazione per la cancellazione da parte del “presidente dei ricchi” Macron dell’imposta sulle “grandi fortune”.

In Italia senza nessuna ribellione popolare ci siamo ritrovati quasi sempre isolati: Rifondazione Comunista fu crocifissa nel 2006 quando auspicò con un manifesto che “anche i ricchi piangano”.

Eppure persino l’Ocse sostiene che una wealth tax, un prelievo fiscale sulla ricchezza dei contribuenti (indipendentemente dai loro redditi), contribuirebbe a ridurre le disuguaglianze.

L’argomentare di De Benedetti devo dire che non è stato proprio in linea con la vocazione “riformista” che ha rivendicato – quella dei repubblicani di La Malfa – che almeno era rigorosa.

Più che altro De Benedetti ricordava la grande stampa reazionaria che con Indro Montanelli in testa negli anni ’60 creò una tale ondata di panico al grido “vogliono togliervi la casa” che il povero ministro Fiorentino Sullo dovette ritirare la riforma urbanistica. La legge non prevedeva di togliere la casa a qualcuno ma di regolamentare il regime dei suoli evitando il dilagare della speculazione edilizia che ha alimentato nel nostro paese una rendita parassitaria con un impatto sul territorio e anche sui conti dello stato devastante.

Comunque De Benedetti può stare tranquillo. Praticamente tutti, da Lega a M5S, da Pd a Fratelli d’Italia, da +Europa a Forza Italia, sono contro la patrimoniale.

Maurizio Acerbo prc

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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