#ASSAD SUI #CURDI, dall’intervista pubblicata dall’agenzia di stampa SANA, traduzione di Roberta Rivolta.
I curdi, 《O meglio “GRUPPI CURDI” perché, come dice Assad dire “curdi” è “scorretto” e non si può usare parlando di un segmento.
Gli accordi con le SDF prevedono l’ingresso dell’esercito siriano, ma questo non può limitarsi alla sicurezza e al supporto militare. Lo spiegamento dell’esercito siriano è espressione della presenza dello stato siriano, e quindi di tutti i servizi che devono essere forniti dallo stato. L’accordo è stato concluso e molto regioni sono state raggiunte ma non completamente. Inoltre, ci sono questioni che vanno affrontate, ci sono gruppi armati che non cederanno le armi immediatamente. “Le nostre politiche dovranno essere graduali e razionali, e dovranno tenere conto di tutti questi fatti. Ma l’obiettivo finale è tornare alla situazione precedente con il pieno controllo dello stato.”
Gli chiedono come faranno i siriani a convivere con i curdi dopo tutto quello che è successo: dopo che hanno attaccato lo stato siriano, cittadini siriani, l’esercito siriano. Hanno giocato un ruolo sporco e sono stati i proxy dell’America per tutta la guerra.
Risposta: “Quello che è accaduto durante questa guerra è stata una distorsione di concetti; dire che questo gruppo ha una certa caratteristica, negativa o positiva, non è né oggettivo né razionale. E neanche patriottico. Tra i curdi ci sono stati agenti e proxy dell’America. Questo è vero, ma ci sono stati casi simili anche tra gli arabi nell’area di Jazeera e in altre parti della Siria. Lo stesso vale per quasi tutti i segmenti della società siriana”. Il problema, dice, “è stato che un gruppo di curdi si è eletto a rappresentante non solo dei curdi, ma degli arabi e di altri segmenti della società nella regione di Jazeera. Gli americani, attraverso il loro sostegno con armi e soldi – ovviamente i soldi non sono americani, vengono da alcuni stati del Golfo – hanno aiutato a imporre l’autorità di questi gruppi su tutti i segmenti della società, portandoci a credere che in quell’area fossero tutti curdi. In realtà noi abbiamo a che fare con i vari partiti curdi. In quanto ai curdi stessi, la maggior parte di loro ha mantenuto un buon rapporto con lo stato siriano, sono sempre stati in contatto con noi e hanno proposto idee genuinamente patriottiche. In alcune delle aree in cui siamo entrati, la reazione dei curdi non è stata meno positiva, meno gioiosa e felice della reazione degli altri. Per cui, questo giudizio non è corretto. Sì, molto semplicemente, possiamo ricominciare a convivere gli uni con gli altri. Se la risposta fosse no, significherebbe che la Siria non potrebbe mai più essere stabile.”
Domanda: Ma qual è il problema con i curdi, già da prima della guerra?
Assad ricorda che la Siria ha sostenuto i curdi per decenni, pagando anche forse il prezzo di questo sostegno nel 1998, quando si è scontrata militarmente con la Turchia per causa loro. “Di che cosa accusano loro lo stato siriano? Lo accusano di essere sciovinista, e a volte accusano il partito Baath di essere sciovinista nonostante il censimento del 1982 non sia stato condotto sotto il partito Baath, che all’epoca non era al potere. Ci accusano di privare questo gruppo dei suoi diritti culturali. Supponiamo che quello che dicono sia vero. Posso io, come individuo, essere di mente aperta e chiusa allo stesso tempo? Non posso. Può lo stato essere aperto e tollerante e intollerante e chiuso allo stesso tempo? Non può. Prendiamo come esempio l’ultimo gruppo che si è unito al tessuto siriano: gli armeni. Gli armeni sono un gruppo patriottico per eccellenza. Questo è stato dimostrato senza ombra di dubbio durante la guerra. Questo gruppo ha le sue associazioni, le sue chiese e, cosa più delicata, ha le sue scuole. E se tu vai a una cerimonia armena, a un matrimonio o un altro evento… cantano le loro canzoni tradizionali ma poi cantano canzoni nazionali e politiche. Esiste una forma di libertà maggiore di questa? Gli armeni siriani sono, tra gli armeni del mondo, quelli che si sono dissolti di meno nella società. Si sono integrati, ma non si sono dissolti nella società siriana. Hanno conservato tutte le loro caratteristiche. Perché dovremmo essere aperti con loro e chiusi con gli altri? La ragione è che ci sono progetti separatisti. Ci sono mappe che mostrano un Kurdistan siriano come parte di un Kurdistan più grande. Ora, è nostro diritto difendere la nostra integrità territoriale e diffidare dei progetti separatisti. Ma noi non abbiamo problemi con la diversità in Siria. Al contrario, la diversità dei siriani è ricca e bella e si traduce in forza. […] ma la ricchezza e la diversità sono una cosa e separare e frammentare il paese sono tutt’altro, è il contrario. Questo è il problema.》
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