Manifestazione in Colombia

Francesco Cecchini

Lo sciopero nazionale del 21 novembre contro il paquetazo económico del presidente colombianoè stato indetto da sindacati come il CUT e la CTC al quale hanno aderito vari movimenti sociali, studenti, pensionati, perfino la Conferenza Episcopale e  organizzazioni politiche tra le quali il partito FARC.

Il Partito Fuerza Alternativa Revolucionaria del Común (FARC) è una delle organizzazioni di sinistra che compongono il Forum di San Paolo, incontro dei gruppi politici di sinistra.  In questi giorni, il  governo  Iván Duque Márquez accusa il Forum di San Paolo di essere dietro lo sciopero del 21 novembre e possibile violenza e atti di vandalismo.

L’ex presidente Uribe ha affermato che  “lo sciopero del 21 novembre fa parte della strategia del Forum di San Paolo, che cerca di destabilizzare le democrazie dell’America Latina, il cui scopo è quello di bloccare il governo del presidente  Iván Duque.” In armonia con queste dichiarazioni Duque ha optato per la sorveglianza delle strade di Bogotá da parte di pattuglie militari giorni prima della mobilitazione, previo accordo con le autorità locali. Inoltre, i confini saranno chiusi per mantenere l’ordine pubblico e il governo ha annunciato che autorizzerà sindaci e governatori a dichiarare il coprifuoco per evitare atti di vandalismo. Inoltre la polizia ha perquisito, come atto intimidatorio, sedi sindacali.

Poliziotti cercano di togliere un manifesto dello sciopero

Il Partito Fuerza Alternativa Revolucionaria del Común (FARC) è una delle organizzazioni di sinistra che compongono il Forum di San Paolo, incontro dei gruppi politici di sinistra e ha spiegato che cos’è il Forum e smentito Uribe e il suo uomo Duque. E’ una organizzazione alla quale prtecipano forze democratiche di tutto il pianeta: latinoamericane, africane, europee, canadesi e degli Stati Uniti.  E’ nato come spazio di riflessione per capire dove andava il mondo dopo la caduta del Muro di Berlino e l’egemonia del neoliberalismo. I paesi sono ora 98 con1200 delegati. Fu promosso dal presidente del Brasil Luiz Inacio Lula da Silva e dal Partito dei Lavoratori (PT) a San Paolo, nel 1990. Da qui il suo nome. All’epoca ebbe l’appoggio importante del presidente cubano Fidel Castro. Le riunioni sono annuali in sedi diverse. L’ultima è stata a Caracas e la prossima a Città del Messico. Nell’ultima che si realizzo daL 25 al 28 luglio 2019 furono presenti il presidente del Venezuela Maduro e quello di Cuba Miguel Díaz-Canel. Per la Colombia partecipano oltre le FARC, il Partito Comunista,  Marcha Patriótica, altri collettivi e i verdi. Sono riunioni pubbiche con spirito di fraternità con l’obiettivo di definire politiche per la pace e contro la guerra.

Ritornando allo sciopero del 21 novembre il partito FARC ha voluto far presente che lo scopo dello sciopero non è solo contro il “paquetazo económico”, ma per il processo di pace, sabotato da Duque, contro le stragi di leader sociali, di indigeni e di ex guerrigieri. Dalla firma degli accordi di pace 172 ex guerriglieri e loro famigliari sono stati assassinati. Secondo il partito FARC, Duque invece di fare a pezzi l’accordo di pace dovrebbe preoccuparsi che venga realizzato in modo completo. Per quanto riguarda la violenza che viene agitata, Duque si sbaglia, invece di utilizzare l’esercito per uno stato d’assedio deve assicurare che il popolo colombiano marci in pace e che lo sciopero sia un momento democratico. In ogni caso il partito FARC è contro ogni forma di violenza.

L’obiettivo principale di questo sciopero è il rifiuto del paquetazo económico di Duque che comprende riforme come le pensioni il lavoro e che comporterebbe flessibilità e disoccupazione, e il partito FARC assieme a sindacati, movimenti ed altre organizzazioni darà il suo contributo per la vittoria di questa mobilitazione. 

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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