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Zara, la protesta dei lavoratori migranti nello store di Ancona: “Siamo uno dei tanti casi di un sistema di sfruttamento diffuso in tutta la filiera delle catene della moda”

“Basta Salari Da Fame! Basta cottimo!”. È la frase che chiude il comunicato dei facchini di Zara ad Ancona, che in questi giorni festivi hanno protestato davanti al negozio di Zara di Ancona.
“Siamo i lavoratori addetti allo scarico delle merci, ma non siamo dipendenti di questo marchio di proprietà del gruppo Inditex, perché le attività in questione sono state appaltate ad una cooperativa milanese – X. Service – che si occupa di pulizie e facchinaggio”, si legge ancora nella nota stampa.
Il nostro caso è uno dei tanti casi di un sistema di sfruttamento diffuso in tutta la filiera delle catene della moda.
I lavoratori, che lamentano condizioni di lavoro bestiali con turni di dieci ore, notturni obbligatori, e paga in base alla quantità di merce che arriva indipendentemente dal tempo necessario per lo scarico, in realtà sono tutti migranti perché gli italiani non vengono neanche ammessi.

Questa la loro piattaforma di lotta:
– venga consegnato il contratto di lavoro, mai ricevuto
– Zara assuma direttamente i lavoratori dei subappalti ponendo fine allo stillicidio di cambi d’appalto nei quali i lavoratori rischiano ogni volta di perdere diritti e retribuzioni;
– venga rispettato il diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare un’esistenza libera e dignitosa
– venga riconosciuta la malattia, questo lavoro logora
– che ci venga fornita la divisa e i materiali per lavorare in sicurezza.

http://www.controlacrisi.org/notizia/Lavoro/2019/12/26/53243-zara-la-protesta-dei-lavoratori-migranti-nello-store-di/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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