Un articolo apparso sul portale Cubadebate, pubblicato mercoledì 18 dicembre, afferma che, sebbene la famosa rivista nordamericana Times non lo dice, come di solito fa in modo strutturato e programmato con altre personalità di livello politico internazionale, il presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro Moros, è stato giudicato come “L’uomo dell’anno” 2019 per aver guidato la resistenza a una delle più grandi offensive imperialiste della storia.

Il giudizio del portale cubano arriva dopo che ad analoga riflessione era giunto il canale televisivo panarabo, con sede in Libano, Al Mayadeen. Anche noi de l’AntiDiplomatico nel nostro piccolo abbiamo affermato che Nicolas Maduro è la persona dell’anno 2019. Un leader capace di resistere agli attacchi dell’impero più potente mai apparso sulla Terra – coadiuvato dai suoi vassalli a livello internazionale – guidare la resistenza e vincere. 

Questo l’articolo di Cubadebate: 

Il 4 gennaio 2019, i governi oggi in netto declino del Grupo di Lima, annunciavano che a partire dal 10 dello stesso mese, data in cui, dopo aver vinto un’elezione con cifre che erano migliori in termini di maggioranza e partecipazione di coloro che adesso lo mettevano in discussione, Nicolás Maduro sarebbe stato proclamato Presidente del Venezuela – avrebbero smesso di riconoscere il governo bolivariano come rappresentante del popolo venezuelano.

Da quel momento, le azioni, le sanzioni e le dichiarazioni contro il governo di Maduro si sono susseguite senza sosta, con un ruolo aperto del governo degli Stati Uniti, nelle persone del suo presidente, vicepresidente, segretario di Stato e consigliere per la Sicurezza Nazionale. 

Il riconoscimento da parte di Washington e di un gruppo dei suoi alleati a un autoproclamato presidente in opposizione a Maduro, oltre a sanzioni economiche, che hanno comportato dalla confisca dei fondi per miliardi di dollari di proprietà del governo venezuelano negli Stati Uniti, in America Latina ed Europa, fino alla repressione delle loro finanze e del loro commercio in tutto il mondo, i costanti appelli e ricatti ai militari per compiere un colpo di Stato contro il governo bolivariano e una demonizzazione sistematica e la produzione di notizie false su ciò che sta accadendo nel paese, conformano uno scenario in cui sono state utilizzate tutte le armi della guerra di quarta generazione.

Il punto culminante è stato il tentativo di violare i confini venezuelani dalla Colombia e dal Brasile combinando l’uso della violenza, l’annuncio di “aiuti umanitari” al di fuori delle autorità del paese, la fabbricazione di incidenti per incolpare il governo bolivariano, un concerto con stelle del mainstream della musica latina e la presenza di diversi presidenti latinoamericani con il senatore cubano-americano Marco Rubio, che twittava, in uno stato di euforia totale, immagini dello smembramento del leader libico Gheddafi. Un mese dopo, il sabotaggio del sistema elettrico nazionale che lasciava l’intero paese senza elettricità per diversi giorni.

La grandezza di questi fatti e sfide, quantificano il successo di Nicolás Maduro:

1. Riesce a mantenere l’unione civile-militare e far crescere le milizie popolari che adesso contano oltre 3 milioni di miliziani.

2. La produzione di petrolio ha iniziato a riprendersi dopo essere scesa a 700.000 barili al giorno, superando il milione e 100 mila, il che si aggiunge ad un sostanziale aumento delle esportazioni di oro.

3. L’opposizione è oggi più divisa che mai, diversi deputati dell’opposizione accusano l’autoproclamato “presidente ad interim” della corruzione e una parte importante di essi ha aderito a un accordo con il governo per stabilizzare politicamente il paese.

4. La situazione di violenza, carenza, grandi code e iperinflazione galoppante è stata superata e il paese, anche con grandi difficoltà, vive in un ambiente di stabilità.

5. La crisi del neoliberismo ha portato in piazza grandi folle in rivolta in Ecuador, Cile e Colombia, paesi che avevano aderito all’assedio guidato da Washington contro il Venezuela.

6. Il colpo di Stato in Bolivia istruisce la sinistra sulla necessità dell’unità delle forze rivoluzionarie e la radicalità nel non fare alcuna concessione ai peones di Washington.

7. Dalla celebrazione a luglio del Forum di San Paolo a Caracas, il Venezuela, ha condotto un processo di forze di sinistra concertate in America Latina e oltre, che sta riarticolando i movimenti sociali e le forze progressiste, il cui risultato più recente è il lancio di l’Università Internazionale di Comunicazione per fornire ai comunicatori di base strumenti tecnologici e cognitivi per la lotta ideologica contemporanea.

La rivista Time non lo dirà, ma Maduro è “l’uomo dell’anno”. Ha guidato la resistenza a una delle più grandi offensive imperialiste della storia e ha mantenuto l’iniziativa, riuscendo a sostenere l’unità delle forze rivoluzionarie interne e delle alleanze internazionali a favore del multilateralismo, della sovranità e degli interessi popolari.

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-il_presidente_del_venezuela_nicols_maduro__considerato_uomo_dellanno_come_leader_della_resistenza_antimperialista/5694_32263/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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