La morte sarà pure una livella, ma il corona virus no.
Due storie.
La prima: E’ notizia di oggi che Bertolaso ha il corona virus. Prima di lui sono risultati positivi Zingaretti, Dybala e molta altra gente “importante”. Alcuni di loro si raccontano in video: poche linee di febbre, qualche problema a respirare, ho fatto il tampone, è positivo, state attenti, #restiamoacasa.
La seconda: Napoli, quartiere Sanità, c’è una signora stesa sul selciato. Sono tre giorni, dice, che il marito è in casa con i sintomi del corona virus e la febbre alta, ha provato senza esito a chiamare i numeri di emergenza, ha pure provato a bloccare una volante dei carabinieri, non si è fermata. Non sa più che fare: si stende a terra e strilla, dopo mezz’ora arriva un’ambulanza.
Da queste due storie derivano almeno due domande:
- come cazzo hanno fatto tutti quanti i “vip” ad avere il tampone in tempi così rapidi?! Eppure, lo dicono loro, non avevano che sintomi lievi. (La risposta mi pare così semplice e triste che non c’è bisogno di scriverla)
- ora la capite la ragione di quelle che snobisticamente chiamate “sceneggiate”, anzi proprio con connotazione geografica “sceneggiate napoletane”? Ci sono decenni, secoli di abbandono dietro alle urla, alla teatralità, ai gesti estremi, c’è il tentativo, spesso vano, degli invisibili di farsi vedere.
Più empatia, meno snobismo, non solo in tempi di corona virus.
Pagina Viola Carofalo, portavoce nazionale di Potere al Popolo!
Foto fanpage.it
