Alcuni segnali importanti dall’Ecofin di ieri in vista del Consiglio europeo di giovedì chiamato a offrire una visione unitaria sul come affrontare la devastante crisi economica in corso. In primo luogo, il governo olandese come sempre portavoce della posizione tedesca, ha fatto intendere come l’attivazione del famigerato Meccanismo europeo di stabilità (MES) non possa essere considerato esente da condizionalità. In secondo luogo, sempre ieri il governatore del banco do Portugal e membro del consiglio direttivo della Bce Carlos Costa, in un editoriale pubblicato dalla Reuters, ha dichiarato come i governi dell’area euro devono valutare la strada dei ‘coronabond’ per affrontare lo shock economico in corso ed evitare una nuova crisi del debito. “La soluzione appropriata sarebbe l’emissione di debito congiunto fra gli Stati, tuttavia manca un veicolo finanziario per fare gli eurobond. Un’opzione che merita ulteriore analisi è la possibilità di emettere ‘corona bond’ attraverso il Mes, incanalando le risorse a tutti gli Stati membri che hanno necessità”, ha scritto. Poi, in terzo luogo ed infine, sugli eurobond è intervenuto direttamente il ministro dell’economia tedesco Peter Altmaier azzerando “le speranze dell’Italia” come scrive Reuters parlando al quotidiano tedesco Handelsblatt “un dibattito fantasma”.

Resta quindi il MES come unico punto di riferimento del dibattito che giungerà presumibilmente ad una decisione del Consiglio giovedì. Come AntiDiplomatico abbiamo voluto rivolgere alcune domande a Lidia Undiemi, studiosa di diritto ed economia, autrice de il “Ricatto dei mercati” che anticipava molti dei temi poi divenuti caldi sul MES. Le abbiamo, in particolare, chiesto un giudizio sulla posizione del governo italiano di un’azionamento del Meccanismo senza le famigerate condizionalità.

L’Intervista

Si parla spesso delle condizionalità previste nel Meccanismo europeo di Stabilità. Che cosa sono esattamente?

Sono la partita di scambio dei prestiti concessi agli stati in difficoltà. In pratica il Mes vincola lo stato ad attuare delle riforme, che possono riguardare l’abrogazione dei diritti dei lavoratori, taglio alle pensioni e alla spesa pubblica come quella destinata a ospedali o scuole. L’ingerenza, come avvenuto in Grecia, si spinge anche sino alla riforma del sistema giudiziario. In pratica il governo “svende” diritti sociali di varia natura in cambio di denaro. Le richieste possono spingersi sino al prelievo forzoso sui conti correnti, come accaduto nel 2012 a Cipro.

 
E’ quindi possibile richiedere un prestito senza condizionalità come auspicato dal premier Conte e dal ministro delle finanze Gualtieri?

Assolutamente no, a meno che non iniziamo a ragionare in barba a qualsiasi regola, cosa improbabile. Si consideri che le condizionalità sono imprescindibili, poiché previste dall’art. 136 del TFUE, che è la fonte normativa di base che legittima il MES, che prevede espressamente che la concessione dei prestiti deve essere soggetta ad una rigorosa condizionalità. Questo significa che in caso contrario si avrebbe una clamorosa violazione del Trattato sul FUE. Il trattato sul MES trae origine da questa norma, e le condizionalità sono un elemento essenziale di tutto il suo impianto. Anche nella riforma sul MES si ribadisce la centralità delle condizionalità.
 

Le condizionalità sono in qualche modo legate alla recente polemica sulle dichiarazioni di Christine Lagarde in merito al ruolo della BCE sulla gestione della crisi dello spread?

Certamente. Il fatto che sia compito della BCE intervenire in caso di crisi dello spread, qualora metta a rischio la sopravvivenza dell’euro, è stato sancito nella sentenza della CGE che ha, almeno momentaneamente, risolto lo scontro titanico tra la BCE guidata dall’ex presidente Mario Draghi e i tedeschi, i quali rivendicavano la violazione del mandato da parte della BCE, quando appunto Draghi dichiarò che avrebbe fatto di tutto per salvare l’euro, lanciando il famoso programma di acquisto dei titoli pubblici sul mercato secondario noto come OMT. Il timore dei tedeschi era che con il sostegno della BCE difficilmente gli stati in difficoltà si sarebbero poi concretamente sottoposti al MES.
La questione è però rimasta politicamente irrisolta, e il compromesso giuridico raggiunto è molto precario, e ciò è dimostrato dal fatto che dopo che Lagarde ha annunciato un altro intervento della BCE con un quatitative easing da 750 miliardi, la Germania annuncia la notizia che il 5 maggio la Corte costituzionale tedesca di esprimerà definitivamente sulla compatibilità del quantitative easing con i principi fondamentali dello stato tedesco. Le conseguenze potrebbero spingersi sino ad una deflagrazione della zona euro.

 

E allora come si spiega la scelta del governo italiano di invocare l’attuazione del Mes senza condizionalità? Quale è l’obiettivo politico di fondo che vede?

Posto che non è possibile, è forse il caso di ricorrere alla fantapolitica. O Conte vuol semplicemente rimandare il problema delle condizionalità soltanto dopo che l’Italia ha aderito ai prestiti del MES, quando cioè l’Italia di troverebbe in una condizione di debolezza e il MES potrebbe quindi ricontrattare quanto stabilito. Oppure, ma ne dubito, si tratta di una provocazione ai tedeschi in vista della sentenza, magari consapevole del fatto che ormai la fine dell’Eurozona potrebbe essere dietro l’angolo.

La Redazione

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-e_possibile_un_mes_senza_condizioni_intervista_a_lidia_undiemi/33683_33778/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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