Giulio Chinappi

Mentre gli Stati Uniti formulano insensate accuse contro il Venezuela, l’organizzazione InSight Crime ha rivelato i contatti con gruppi di narcotrafficanti della vicepresidente colombiana, Marta Lucia Ramírez.

Se per giustificare le guerre in Medio Oriente gli Stati Uniti sono soliti formulare accuse infondate sul possesso di armi di distruzione di massa – come nei casi dell’Iraq di Saddam Hussein o della Siria di Bashar al-Assad – in America Latina i governi non allineati a Washington vengono invece accusati di favorire il narcotraffico. Come abbiamo sottolineato in un articolo precedente, nel bel mezzo della crisi sanitaria mondiale, Donald Trump e la sua amministrazione non hanno trovato nulla di meglio da fare se non accusare di narcotraffico il presidente venezuleano Nicolás Maduro.

Tali accuse inventate sono solite precedere colpi di stato o invasioni militari, come la storia ci insegna, e non sono mai corroborate da documenti tangibili. Si tratta del resto delle stesse dichiarazioni che vengono fatte periodicamente su Cuba, nonostante l’isola caraibica sia riconosciuta a livello internazionale per essere uno dei Paesi più impegnati per combattere il traffico di sostanze stupefacenti.

Le accuse provenienti dagli Stati Uniti contro i governi di Caracas e L’Avana sono state respinte vigorosamente dal ministro degli esteri cubano, Bruno Rodríguez Parrilla, che ha parlato di una “calunnia totale e infondata“. Proprio in questi giorni, inoltre, gli Stati Uniti hanno invitato i Paesi europei a rifiutare l’aiuto medico cubano per far fronte all’emergenza coronavirus, appello che fortunatamente è stato respinto da quasi tutti i governi, Italia compresa, ad eccezione di quello spagnolo del socialista Pedro Sánchez, che invece ci ha tenuto a dimostrare la genuflessione di Madrid nei confronti degli USA.

Tornando al tema dell’articolo, la campagna di menzogne lanciata da Washington contro il governo cubano ed il presidente legittimo del Venezuela, Nicolás Maduro, ha raggiunto il proprio apice quando il dipartimento di giustizia degli Stati Uniti ha messo una vera e propria taglia sulla testa di Maduro, promettendo una ricompensa 15 milioni di dollari per la cattura del capo di stato sudamericano. Il governo di Caracas ha sostenuto che queste “accuse infelici, volgari e infondate” – giustamente classificate come una nuova forma di colpo di stato – “cercano di minimizzare l’alto riconoscimento del Venezuela nella lotta contro il traffico di droga“.

Ironicamente, proprio in questi giorni sono emerse gravi accuse contro Marta Lucia Ramírez, vicepresidente della Colombia, storico alleato degli Stati Uniti in America del Sud. Come noto, infatti, la Colombia è oggi il maggior produttore mondiale di cocaina, trovandosi in quel Paese quasi il 70% degli ettari di terra dedicati a questa produzione nel mondo (171.000 su 245.400). Nonostante questo, il governo statunitense non ha mai pensato di interrompere la propria collaborazione con la Colombia, o peggio ancora di accusare il governo di favorire il narcotraffico.

Un’indagine dell’organizzazione InSight Crime, incaricata di condurre analisi sulla criminalità organizzata in America Latina e nei Caraibi, ha rivelato i legami tra la vicepresidente Ramírez ed il narcotrafficante Guillermo León Acevedo Giraldo, noto in ambiente criminale con gli pseudonimi di “Sebastián Colmenares” o “Memo Fantasma”. conosciuto per le sue attività di traffico di droga dal tempo di Pablo Escobar. Secondo InSight Crime, il narcotrafficante vivrebbe oggi liberamente in Spagna, senza che il tribunale colombiano abbia emesso un ordine di cattura.

L’attività di Acevedo Giraldo era quella di permettere lo spostamente di grandi quantità di droga dalla Colombia agli Stati Uniti, attraverso l’America centrale e il Messico. Non va infatti dimenticato che proprio gli USA sono il Paese al mondo dove si consuma la maggior quantità di droghe, ed in particolare di cocaina (38% del consumo globale).

Il documento pubblicato da InSight Crime afferma che Álvaro Rincón, uomo d’affari e partner sentimentale della vicepresidente Ramírez, avrebbe realizzato affari con il narcotrafficante attraverso la società Hitos Urbanos, attraverso un progetto immobiliare su terreni appartenenti alla famiglia di Acevedo Giraldo. Ma, secondo le testimonianze raccolte, i rapporti tra la vicepresidente colombiana ed il narcotrafficante erano ancora più profondi: “Le famiglie erano così vicine, che la vicepresidente ha persino raccomandato ai bambini del trafficante di droga per farli entrare nella prestigiosa scuola Nueva Granada a Bogotá“.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy