Il 15 aprile si è tenuta in Corea del Nord una delle celebrazioni più importanti del Paese, quella in onore della nascita del presidente eterno Kim Il-Sung, che vide la luce nel villaggio di Mangyongdae, nei pressi di Pyongyang, nel 1912. Ma la notizia del giorno è stata l’assenza di suo nipote, l’attuale leader Kim Jong-Un, da una delle manifestazioni più sentite nel Paese, cosa che non era mai accaduta prima. Tuttavia, se Kim Jong-Un aveva sempre presenziato alle celebrazioni per il compleanno di Kim Il-Sung, suo padre, il generale Kim Jong-Il, lo aveva fatto solamente tre volte nei diciassette anni passati al potere, elemento che ridimensiona l’eccezionalità dell’evento.

Da allora, si sono susseguite numerose voci, spesso contrastanti tra loro, anche per via della difficoltà di reperire informazioni provenienti da Pyongyang. Secondo quanto trapelato, Kim Jong-Un avrebbe dovuto subire un’operazione cardiaca, ma non se ne conosce con certezza l’esito. La stampa occidentale ha subito dichiarato il leader morto, ma gli indizi non sembrano andare in questa direzione. Più probabile che Kim Jong-Un si trovi in convalescenza, o che qualcosa non sia andato per il verso giusto e che si trovi in condizioni critiche, ma ancora in vita.

In caso di morte del leader, infatti, l’annuncio al popolo dovrebbe essere già avvenuto. In occasione del decesso dei suoi predecessori, Kim Il-Sung e Kim Jong-Il, la notizia è stata resa pubblica trenta ore dopo l’accadimento, rispettando il tradizionale periodo del lutto confuciano. Porterebbero invece essere sorte complicazioni nel corso dell’operazione al cuore, come dimostrerebbe la partenza di un contingente medico dalla Cina diretto verso la Corea del Nord.

Il leader nordcoreano, del resto, era già stato dato morto in altre occasioni da parte della stampa occidentale. Nell’ottobre del 2014, in particolare, è scomparso dalle scene per sei settimane, per poi riapparire sostenuto da un bastone, apparentemente in seguito ad un’operazione per la rimozione di una cisti. Anche nel maggio dello scorso anno, il leader non apparve pubblicamente per tre settimane consecutive. Kim Jong-Un, oltretutto, non gode di grande salute: da quanto sappiamo, sarebbe un fumatore accanito, ed inoltre soffrirebbe di diabete e di ipertensione. Nel settembre del 2015, alcuni media sudcoreani avevano fatto notare come Kim Jong-Un fosse ingrassato di circa 30 kg dalla sua ascesa al potere, raggiungendo un peso stimato di 130 kg.

Alcune voci provenienti da fonti cinesi affermano che Kim Jong-Un si troverebbe in uno stato vegetativo, forse irreversibile. Le uniche notizie riguardanti il leader nordcoreano sono di messaggi scritti recapitati al presidente cubano Miguel Díaz-Canel in occasione del suo sessantesimo compleanno, caduto lo scorso 20 aprile, al presidente siriano Bashar al-Assad e a quello dello Zimbabwe, Emmerson Mnangagwa. Prove insufficienti per smentire del tutto le voci circa un suo stato di salute così grave.

Anche per le ambasciate nordcoreane sparse nel mondo, è per ora assai difficile trarre delle conclusioni. Per il momento, sia l’ambasciata di Londra che quella di Roma hanno smentito qualsiasi notizia circa la morte o lo stato di salute di Kim Jong-Un, ma la realtà è che è molto difficile anche per i funzionari nordcoreani raccogliere notizie circa la vita privata del leader. Eloquente, in questo senso, la testimonianza di Thae Yong-Ho, ex ambasciatore nordcoreano in Gran Bretagna ed oggi parlamentare in Corea del Sud: “Il numero di persone a conoscenza della salute di Kim Jong-un, i cosiddetti alti dignitari, è assai ristretto… Fatta eccezione per la moglie Ri Sol-Ju, gli amici più stretti e il personale di servizio, non è possibile che si conosca un’informazione del genere riguardo all’uomo più autorevole della Corea del Nord. Ho lavorato anche io per il Ministero degli Esteri nordcoreano, ma tutto quello che riguarda la salute della famiglia dei Kim è top secret. Infatti, a mio avviso, non sono che presupposizioni quelle relative l’operazione e gli altri dettagli”, ha dichiarato Thae.

Secondo alcune fonti, Kim Jong-Un potrebbe ora trovarsi presso la residenza di Wonsan, località costiera della provincia di Kangwon. Nel caso di un problema di salute, anche non grave, è facile pensare che il leader abbia deciso di allontanarsi dalla capitale Pyongyang e di non farsi vedere in pubblico. Altri hanno supposto che Kim Jong-Un abbia deciso di isolarsi per via del coronavirus, anche se la Corea del Nord ufficialmente afferma di non aver registrato nessun caso di positività, sebbene abbia richiesto l’assistenza della Cina e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per combattere l’epidemia.

Con le notizie sulla salute di Kim Jong-Un che si susseguono, la stampa occidentale si sta preoccupando anche di individuare il possibile successore del leader. In precedenza, infatti, i leader nordcoreani avevano dato chiare indicazioni circa la successione, considerata come una garanzia di continuità della rivoluzione coreana, problema che viene spesso affrontato nelle opere teoriche del presidente eterno Kim Il-Sung. Ma Kim Jong-Un, a soli trentasei anni, non si è ancora posto questo problema. In caso di morte improvvisa del leader, il potere potrebbe passare alla sorella Kim Yo-Jong, attuale direttore del dipartimento per l’agitazione e la propaganda del Partito del Lavoro di Corea. Kim Yo-Jong ha acquisito ruoli sempre più importanti all’interno del Partito, e nel 2018 fu inviata in Corea del Sud come rappresentante del governo alle Olimpiadi invernali di Pyeongchang, dove incontrò il presidente sudcoreano Moon Jae-In.

Se invece l’assenza di Kim Jong-Un dovesse essere solamente temporanea, il potere potrebbe essere esercitato da Choe Ryong-Hae, considerato come il numero due all’interno del Partito del Lavoro e braccio destro di Kim Jong-Un, che gli ha assegnato numerose posizioni di prestigio. Choe Ryong-Hae ha infatti progressivamente rafforzato la sua posizione all’interno del partito negli ultimi anni, e sembrerebbe che suo figlio Choe Song abbia sposato proprio la sorella del leader, Kim Yo-Jong, voci che però sono state smentite da fonti sudcoreane.

Parrebbe esclusa, infine, l’ipotesi della faida interna che avrebbe sottratto il potere a Kim Jong-Un: Cina e Corea del Sud hanno detto di non aver osservato movimenti militari particolari dalla Corea del Nord, e, considerando l’importanza della figura del leader nel Paese, appare difficile che si decida per una rimozione improvvisa di Kim Jong-Un dalle sue funzioni, cosa che oltretutto sarebbe difficile da giustificare agli occhi di una popolazione che ama profondamente i propri leader.

Giulio Chinappi – World Politics Blog

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Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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