Francesco Cecchini

I fidanzati Regina Duarte e Jair Bolsonaro. Dopo questa foto ed altre foto simili Bolsonaro dichiarò: “Abbiamo svolto uneccellente conversazione sul futuro della cultura in Brasile. Abbiamo iniziato un fidanzamento che probabilmente darà i suoi frutti nel paese.”
Il Brasile è devastato dal coronavirus, che cresce. In un giorno vi sono stati 751 morti e 10.222 contagiati. Il bilancio delle persone morte per coronavirus è così salito a 9.897, mentre i contagiati a 45.328, su una popolazione di oltre 209 milioni di persone. Lo stato di San Paolo risulta il più colpito con 3.416 decessi e 41.830 contagi. Secondo due recenti studi fatti da ricercatori delle università britanniche Johns Hopkins e Oxford il Brasile è l’ epicentro della pandemia in America Latina e rischia di diventarlo nel mondo. Le ricerche hanno evidenziato un aumento progressivo e esponenziale dei decessi, simile a quanto avvenuto negli Stati Uniti. Di fronte a questa drammatica situazione, perfino il neo-ministro della Sanità, Nelson Teich, ha ammesso che “in alcuni casi, il lockdown potrebbe essere necessario”. Bolsonaro, però, non è d’ accordo in quanto ritiene il coronavirus sia una a influezzetta e si scaglia contro i governatori di vari Stati che, secondo lui, bloccano il Brasile, tanto che quello di San Paolo, João Doria, ha affermato: “Abbiamo due virus da combattere, il coronavirus e Bolsonaro.”
Il virus Bolsonaro ha sempre affermato che non crede nella democrazia per cambiare la società. Inoltre ha detto che lerrore della dittatura militare è stato quello di torturare e di non uccidere, avrebbe dovuto uccidere 30.000.
Questo agente infettivo, di nome Bolsonaro, ha contagiato anche la Segretaria speciale alla Cultura Regina Duarte. Duarte di 72 anni è stata una stella delle telenovelas brasiliane. Era chiamata da molti a Namoradinha do Brasil, la fidanzatina del Brasile, dopo la sua partecipazione alla telenovela Minha Doce Namorada”, “La mia dolce fidanzata.” Figlia di un militare dai valori etici rigidi e di una pianista molto religiosa, da sempre è su posizioni di destra, ha partecipato a manifestazioni in cui si chiedeva limpeachment di Dilma Rousseff, è stata protagonista della campagna contro lallora candidato Luiz Inácio Lula da Silva e dal 2018 ha manifestato il suo appoggio all attuale presidente Bolsonaro. Giurando da buona evangelica di destra ha dichiarato: “Sempre stata conservatrice e mai femminista.”
Ma ora il contagio da Bolsonaro virus è avanzato. Quando il coronavirus sta facendo centinaio di morti, invece di dirsi addolorata per la perdita della vita di molti brrasiliani durante un’ intervista alla CNN ha offerto al pubblico uno spettacolo grottesco, danzando e cantando la canzone Pra Frente Brasil. In uno dei momenti più bizzarri della “performance”, gesticolando, ha detto all’ intervistatore perplesso: “Non era bello quando la gente cantava questa canzone?”
Pra Frente Brasil è una canzone composta da Miguel Gustavo per ispirare la squadra brasiliana nella Coppa del Mondo FIFA del 1970. E’ anche un film ambientato a metà del 1970, quando il “miracolo economico” del regime militare e la vittoria della squadra di calcio nazionale brasiliana sulla Coppa del Mondo FIFA sono serviti come una distrazione per la persecuzione dei leader dell’opposizione da parte della polizia politica della dittatura.
Pochi giorni fa Regina Duarte, ha minimizzato i crimini commessi dallo stato durante la dittatura militare che ha governato il paese tra il 1964 e il 1985 e che Bolsonaro rivendica, affermando che c’ è sempre stata la tortura nel mondo.
Il Brasile deve sconfiggere il coronavirus e il virus Bosonaro, mettendo lui e i contagiati dal suo virus, come Regina Duarte, in una quarantena che duri tutta una vita.

La dittatura, 1964-1985, modello per Bolsonaro e che Regina Duarte giustifica.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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