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Il Governo per evitare il conflitto sociale sta erogando decine di miliardi di euro a cittadini ed imprese in difficoltà, ma cosa succederà quando dovremo fare i conti con i costi della pandemia? Chi pagherà?

Secondo gli specialisti la battaglia contro il Covid 19 non è stata vinta ed un ritorno alla normalità non potrà avvenire prima di uno o due anni. Questo sarebbe infatti il tempo necessario per raggiungere l’immunità di gregge. Qualcuno è ancora più pessimista. Ritiene che il Coronavirus resterà tra noi per lungo tempo, come è avvenuto con l’Hiv. Con l’arrivo della ‘bella stagione’ la pandemia ridurrà i suoi effetti, ma molti temono una rapida e pericolosa ripartenza nel prossimo autunno. Una nuova crisi sanitaria è quindi una eventualità che potrebbe verificarsi. 

Il Governo sta erogando decine di miliardi di euro a cittadini ed imprese in difficoltà. Sono provvedimenti inevitabili. Ma tutto questo ha un costo finanziario. Il Prodotto interno lordo potrebbe calare del 10%. Si tratta, nei fatti, di un impoverimento generalizzato che determinerà un calo preoccupante delle entrate tributarie. In questa situazione il rapporto tra il debito ed il Pil potrebbe superare abbondantemente il 150%. All’inizio del 2020 era circa il 135%. Con il Trattato di Maastricht del 1992 ci eravamo impegnati a ridurlo al 60% del Pil (allora era al 120%). Insomma, per evitare il conflitto sociale ci stiamo indebitando ulteriormente ed in modo abnorme. In futuro, sapremo sostenere questo fardello? E soprattutto i mercati finanziari ed i risparmiatori fino a quando saranno disposti a darci fiducia e non avranno timore a comprare in nostri titoli di Stato? 

L’unico strumento finanziario che potrebbe evitarci il peso di questi ulteriori debiti è il cosiddetto ‘Recovery fund’. Esso, infatti, non graverebbero sui singoli bilanci statali, ma su quello dell’Unione europea. Sarebbe il passaggio decisivo verso gli Stati Uniti d’Europa, ma i Paesi membri, Italia in primis, saranno disposti a rinunciare ad una parte consistente della loro sovranità nazionale? 

Intanto, stando così le cose, in autunno rischieremo un doppio tsunami: quello sanitario e quello economico. Finora il Governo ha evitato il conflitto sociale. Ma cosa succederà quando dovremo fare i conti con i costi della pandemia? Chi pagherà per il disavanzo di bilancio? E soprattutto, reggerà il sistema democratico o ci affideremo ancora una volta a l’uomo della ‘Provvidenza’?

REDNEWS

Di Giovanni Pulvino (REDNEWS)

Insegno Scienze giuridiche ed economiche dal 1993. Dopo tanti anni di supplenze sono passato di ruolo nel novembre del 2015. In quel periodo il portale web di Tiscali dava agli utenti la possibilità di esprimersi tramite le ‘Socialnews’. Ed è cosi che nel luglio del 2012 ho iniziato a scrivere articoli raccontando le vicende dei precari storici della scuola. Per un anno ho collaborato anche con ComUnità del portale Unità.it. Successivamente, per integrare e proseguire quell’esperienza durata oltre 3 anni, ho creato REDNEWS (28 giugno 2015), un ‘blog di cronaca, informazioni e opinioni dal profondo Sud’. Il mio scopo era ed è quello di dare voce a chi è escluso dalla società, in particolare i disoccupati, i precari, i pensionati al minimo. Nello stesso tempo intendo esprimere il punto di vista di chi vive nel Meridione, terra che è regolarmente esclusa oltreché dal benessere economico anche dai circuiti d’informazione nazionali. La linea editoriale del blog può essere riassunta con le parole scritte nel IV secolo a.C. dal poeta e drammaturgo greco Sofocle: ‘L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo’.

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