Foto da europarl.europa.eu

Il problema non è se richiedere i finanziamenti del Mes o aspettare il Recovery fund, ma la serietà e la competenza con cui queste risorse saranno utilizzate

La Commissione europea prevede per il nostro Paese un calo del Pil nel 2020 dell’11,2%. Nella zona Euro scenderà, invece, dell’8,7%. Le situazione è peggiore di quanto stimato solo due mesi fa. Il settore produttivo più colpito dalla pandemia provocata dal Coronavirus è quello turistico. Inoltre, stentano a ripartire gli investimenti delle imprese. Nello stesso tempo aumenta il debito pubblico sia in termini assoluti che in rapporto al Pil. Quest’ultimo potrebbe arrivare ad oltre il 160%. Il Governo per porre rimedio a questo disastro sta allentando i vincoli posti dal legislatore per combattere la corruzione e le mafie, ma fino a dove potrà spingersi?

L’Unione Europea consapevole della gravità della situazione ha reso più agevole la possibilità di ricorrere al Mes (Meccanismo economico di stabilità) ed ha predisposto il Recovery fund. Il primo è disponibile immediatamente, ma deve essere richiesto da ogni singolo Stato. Non sono previsti particolari vincoli di bilancio se utilizzato per potenziare il sistema sanitario. Il tasso di interesse è dello 0,13%. Questo ci permetterebbe un risparmio annuo di circa 109 milioni di euro ogni 10 miliardi di prestito richiesto. I 37 miliardi di euro del Mes che possiamo ottenere andrebbero a sostituire Bot e Btp già emessi o da emettere che ci costano molto di più. Possiamo risparmiare circa 400 milioni di euro di interessi all’anno, allora perché rinunciare?

Il secondo finanziamento Ue, invece, non è immediatamente disponibile perché occorre convincere della sua necessità i Paesi europei a guida sovranista che sono contrari ad accollarsi i debiti di altri Stati. Il Recovery fund è, infatti, a carico del bilancio comunitario. Per essi sono previsti precisi vincoli su cosa e su come i finanziamenti verranno utilizzati. Allora: Mes o Recovery fund? Forse conviene il primo, proprio perché è un prestito che deve essere restituito. Mentre il secondo essendo un finanziamento a fondo perduto sarà gravato da vincoli più stringenti.

Nulla è gratis. I Paesi che otterranno i finanziamenti dovranno farlo nel rispetto delle regole che saranno imposte dalla Commissione europea e/o dal Consiglio europeo. Nonostante ciò, non si può e non si deve sprecare quest’opportunità di crescita economica e di redistribuzione della ricchezza, proprio quello che non hanno saputo fare i Governi che hanno guidato il nostro Paese negli ultimi due decenni. 

Intanto, viene da scrivere: Mes o Recovery fund? Meno male che l’Europa c’é. Cosa sarebbe successo al nostro Paese se non ci fosse stata l’Unione Europea o se ai vertici della Commissione ci fossero stati gli amici sovranisti di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini?

REDNEWS

Di Giovanni Pulvino (REDNEWS)

Insegno Scienze giuridiche ed economiche dal 1993. Dopo tanti anni di supplenze sono passato di ruolo nel novembre del 2015. In quel periodo il portale web di Tiscali dava agli utenti la possibilità di esprimersi tramite le ‘Socialnews’. Ed è cosi che nel luglio del 2012 ho iniziato a scrivere articoli raccontando le vicende dei precari storici della scuola. Per un anno ho collaborato anche con ComUnità del portale Unità.it. Successivamente, per integrare e proseguire quell’esperienza durata oltre 3 anni, ho creato REDNEWS (28 giugno 2015), un ‘blog di cronaca, informazioni e opinioni dal profondo Sud’. Il mio scopo era ed è quello di dare voce a chi è escluso dalla società, in particolare i disoccupati, i precari, i pensionati al minimo. Nello stesso tempo intendo esprimere il punto di vista di chi vive nel Meridione, terra che è regolarmente esclusa oltreché dal benessere economico anche dai circuiti d’informazione nazionali. La linea editoriale del blog può essere riassunta con le parole scritte nel IV secolo a.C. dal poeta e drammaturgo greco Sofocle: ‘L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo’.

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