di Marco Sferini

L’aggettivo eufemistico più generoso che si può spendere per la manifestazione dei negazionisti del Covid-19 a Roma è “imbarazzante“. Due quarti del tempo (quindi almeno due ore su quasi quattro di comizietti) sono autoincensamenti: «Noi siamo il popolo!», «Noi rappresentiamo la verità e la libertà», «Noi siamo quelli che davvero difendono i bambini», «Noi siamo quelli che hanno scoperto l’inganno dei poteri forti», «Noi siamo…», «Noi siamo…» e così via…

Si susseguono interventi tra i più disparati e strampalati. Sinceramente, provando a perdere un po’ di lucidità, ho cercato di mettermi nella condizione mentale per reggere le amenità che ho ascoltato per intero, cercando ancora una volta di capire nessi e connessi di una piazza che si sposa benissimo con l’assurdo.

Ho preso alcuni appunti e li trascrivo fedelmente. Nell’ordine ho ascoltato per prima una professoressa (presentata come tale, rigorosamente – come molti altri oratori – solo per nome) affermare di essere una “discepola laica di Giordano Bruno” e asserire che «…se vogliamo la libertà dobbiamo trovare la verità. Quello che manca nel mondo è la verità». Una lettura più attenta del nolano avrebbe magari permesso alla signora di scoprire che gli assoluti non appartenevano al suo metodo di ricerca e di studio: si possono percorrere sentieri su cui ci si arrampica e si tende alla verità intesa come progresso di conoscenza. Ma non si raggiunge mai la verità. Almeno filosoficamente parlando.

Tuttavia, sostenuta dal preambolo sulla sua vicinanza al povero Giordano Bruno, la signora spiega cosa sia questa verità taciuta all’universo mondo: «Il campo magnetico terrestre sta cambiando. E’ un fatto epocale, mai accaduto nella storia; ce lo nascondono con il 5G, con cui creano uno scudo». Qui rischio di perdermi. Che cosa c’entra la tecnologia del 5G (criticabilissima, ma ancora alla prova dei fatti) con la mutazione del campo magnetico del pianeta? Più che disvelarci una veritò, la professoressa aggiunge dubbi a dubbi, misteri a misteri. Non lo sapremo mai, perché viene interrotta e la profezia sul futuro rimane tronca e incompiuta. Chissà se si avvererà?

Secondo appunto: interviene un signore, presentato come avvocato. Indossa la magliatta “Salviamo i bambini contro la dittatura sanitari“, slogan dell’associazione “Popolo delle mamme“. Rivolgendo le sue accuse contro il governo, i ministri, le istituzioni in generale, il signore afferma, testuale: «Criminali, mangiatori di bambini». Fa una pausa e ricomincia: «Dobbiamo recuperare la nostra sovranità monetaria». I due concetti non si legano molto e poi, francamente, io ero ancora rimasto allo slogan democristiano del secondo dopoguerra – tutto elettoralistico – secondo cui eravamo noi comunisti a mangiari i bambini. Si vede che i tempi sono cambiati e ora anche democratici, grillini e liberali vari si cibano di cuccioli d’uomo.

Ricapitolando, al momento abbiamo una piazza che crede che il 5G sia una copertura per nascondere il magnetismo terrestre mutante, che i bambini siano in pericolo a causa del governo e della sua “dittatura sanitaria” e che l’Italia deve uscire dall’Euro e dell’Europa. Si iniziano a delineare quei contorni politici che gli organizzatori negano.

L’avvocato prosegue con veemenza dicendo che un anno fa ha chiesto al TAR l’arresto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di Laura Boldrini e di Beatrice Lorenzin (che lui chiama “Lorenzini“). Per quale presunto reato comune o per quali presunti reati singoli resta un mistero che si somma a quello della professoressa sulla grande verità che oscilla tra magnetismo e onde del 5G. Dice di aver anche urlato a 600 medici: «Quanto vi danno per ammazzare i bambini» ma, pure qui, non se capisce il contesto, il tempo, il luogo. Frasi gettate in pasto alle duemila persone che applaudono tutte le volte a chi meglio si esprime sul nulla più completo.

La piazza si riscalda ulteriormente quando, in più di uno, portano addirittura i saluti del Presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump: «E’ con noi, è con il popolo italiano, è con l’Italia»; ad ogni precisazione che si sussegue nella frase si capisce che The Donald nemmeno sà del raduno negazionista di Roma e che, tutt’al più qualcuno ha letto su WhatsApp che «…500 associazioni che appoggiano Trump alle elezioni ci stanno seguendo ora…» forse su Facebook. Chissà cosa capiranno gli yankee se nemmeno noi italiani riusciamo a capire granché dal circo che si tiene in un caldo pomeriggio di inizio settembre.

Terzo appunto: è il momento di un esponente di un partito neofascista che viene presentato come “papà“. «Ho avuto le palle di fare tre figli», tuona dal palco. Unisce qualche parola tipica dell’estrema destra (come “situazionismo”) a frasi retoriche e alla precisazione molto netta sul fatto che: «I nostri nemici si chiamano Soros e Bill Gates, gli amici dei popoli sono Trump e Putin». Appunto. La cornice si va ulteriormente completando: 5G, dittatura sanitaria, campo magnetico terrestre, bambini rapiti dallo Stato o fatti morire dai medici, ed ora un bel bagno di sovranismo per ammantare il tutto con un confine che distanzia tanto dalle destre di opposizione presenti in Parlamento giudicate troppo deboli e collaborazioniste col sistema, quanto da una Chiesa cattolica guidata da un papa di cui viene bruciata l’immagine. Al pari della mascherina.

Sì, perché il Covid-19, almeno nella prima ora e mezza di sproloqui, non è questo grande presente convitato di pietra: sta un po’ ai margini. Verso la seconda ora, sarà forse per il sole che martella sulle teste, eccolo che arriva l’attacco alla falsità dei dati scientifici, ai numeri dei morti e dei contagiati. Intervengono alcuni medici, altri due avvocati e uno psicologo – psicoterapeuta che, brandendo una mascherina, ammonisce: «Mamme, ditelo a tutti, la mascherina viene messa in testa e non sulla bocca. I bambini vengono condizionati a non acquisire facoltà che si sviluppano con l’interazione sociale. Ve lo dico da neuroscienziato: indossare a lungo la mascherina inciderà sull’area del cervello chiamata “Giro Fusiforme” e dopo un anno causerà la “Prosopamnesia” ai bambini e non saranno più in grado di distinguere un maschio da una femmina, un ragazzo da un adulto! Non fatela indossare ai bambini per lungo tempo perché provoca una malattia che lobotomizzerà i vostri figli e li renderà simili a degli zombie. Questo vogliono, farci diventare degli zombie!». Poi getta la mascherina a terra.

Siamo giunti al livello più basso, quello che pretende con la scienza la scienza stessa, parlando di complotti governativi per renderci tutti dei morti viventi usciti dal cimitero più che altro delle idee e del pensiero. La mortificazione della ragione è tutta nella piazza dei “No mask“: nessuno di loro indossa una mascherina e, anzi, definiscono “criminali” coloro che la portano.

Fin qui un po’ la cronaca e la catabasi verso un mondo della percezione dei fatti che si disciolgono impietosamente nelle opinioni distorte da una sapiente regia sovranista e neofascista che vuole esagitare le masse e che prova a disturbare il flusso di informazioni scientifiche mettendo in dubbio proprio l’evidenza degli studi, la ricerca di laboratorio e la lotta contro il Covid-19 da parte di tutta la comunità sociale e sanitaria.

Descrivere i vari interventi può anche risultare un poco divertente, visto che si tratta di paroloni ed espressioni che non attingono da nessuna fonte medica, che si limitano a provocare reazioni inconsulte e di massa contro le istituzioni tanto politiche quanto sanitarie, alimentando soltanto la rabbia repressa di una esigua parte di popolazione che si sente assediata da una marea di informazioni che si contraddicono e che impediscono di comprendere a chi bisogna credere.

Questo accade soprattutto se si sommano fattori differenti fra loro: la condizione sociale di estrema povertà, comunque la mancanza di una prospettiva di lavoro, di vita sicura e dignitosa ad una rappresentanza politica inadeguata che, per troppo tempo, ha mancato di sostenere le fasce più deboli della popolazione e ha permesso proprio alle destre più estreme, capaci di soffiare sul fuoco del malcontento, di aprirsi dei varchi senza il bisogno di citare Mussolini, il ventennio fascista o esibire simboli e riferimenti alla dittatura.

Questa destra che convoca, coordina e gestisce queste manifestazioni lo fa esibendosi dietro altre sigle, provando a celarsi nella sua ufficialità ma rimarcando comunque la sua fisionomia con la presenza fisica, con l’esposizione dal palco e con messaggi nemmeno tanto subliminali che si inseriscono dentro sragionamenti che fanno davvero rabbrividire.

Purtroppo per i governi liberisti è complicato poter creare le condizioni sociali per far venire sempre meno le adesioni a queste follie negazioniste e complottiste: le politiche economiche che portano avanti, infatti, contraddicono una serie di riforme che sarebbero necessarie per dimostrare il tipo di incidenza sociale che le scelte di un esecutivo possono avere sulla vita quotidiana delle persone.

Chi si definisce “il popolo” lo fa tentando la carta più insidiosa del populismo di destra, stando bene attento a non creare nessuna contrapposizione di classe tra sfruttati e sfruttatori, tra lavoratori e imprenditori: invece alimenta un odio per le istituzioni democratiche piegate alla logica liberista, quindi sulla Carta (quella costituzionale) e a parole vicine ai bisogni dei cittadini ma, nella pratica, molto lontane se si vuole obbedire ai dettami del dirigismo economico continentale e globale.

L’attuale maggioranza di governo non può essere una risposta a queste destre, a queste forme di nichilismo anti-istituzionale che si nutre di un nazionalismo che mescola tutto e il contrario di tutto: dal rifiuto della chiesa di base al reclamare una sovranità popolare che decreti – non si sa bene come e con quale effetto – la “fine della globalizzazione“. Così come è accaduto a Berlino pochi giorni fa.

Il Covid-19, in tutta evidenza, è soltanto l’ennesimo pretesto per ripetere esperimenti come quelli dei “forconi“, tentando una destabilizzazione prima di tutto della democrazia e, quindi, del rapporto tra le istituzioni nazionali e locali con i cittadini. Lo sviluppo del web e dei “social” consente a questi veri e propri maestri moderni dell’eversione di agire meglio ancora nell’ombra e di mandare avanti chi è veramente troppo fragile per difendersi dalla caricatura della realtà dei fatti.

Quando si evoca il “nuovo ordine mondiale“, si utilizzano categorie complottiste che non sostengono nessun tipo di lotta anticapitalista, ma che aiutano invece il peggiore liberismo a fondarsi proprio su quel sovranismo che toglie i diritti ai deboli per assicurare ai grandi potentati economici la garanzia dei loro privilegi.

I duemila in piazza a Roma non lo sanno, ma hanno sostenuto proprio il contrario di quello che erano andati a contestare: nell’applaudire il nome di Trump e quello di Putin, nel sostenere teorie sul magnetismo terrestre e il 5G e nel fare della scienza medica una variabile dipendente dalle tante bufale che girano sulla rete, hanno dato il loro appoggio a chi vuole che l’ignoranza si diffonda grazie alla superstizione, alle mezze parole e a tesi che si nutrono dell’incoscienza sociale.

E’ importante conservare un atteggiamento critico, senza se e senza ma, nei confronti del capitalismo, sapendo che tutti i guai che i popoli vivono sono causati dal sistema del profitto, dei privilegi e dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Ma è altrettanto importante non cadere nel trappolone della congiura internazionale fondata su una metafisica che astrae così tanto dall’esperienza da rendere tutto tremendamente soggettivo, individualizzato: dunque egoistico anche se fintamente “popolare“.

MARCO SFERINI

6 settembre 2020

foto: vignetta di Vauro per Left

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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