L’Eurostat ha pubblicato l’annuario regionale 2020. Le informazioni statistiche evidenziano alcuni dati significativi. Tra questi le regioni dell’Unione europea dove più alto è il rischio di cadere in povertà. Tra le prime dieci ci sono la Sicilia con una quota del 40,7%, la Calabria con il 32,7% e, al primo posto, la Campania con il 41,4%. La media europea è del 16,8%.
Tra le aree dell’Europa in cui più marcata è la differenza tra il livello di occupazione degli uomini e delle donne ci sono la Campania, la Sicilia, la Calabria, la Puglia e la Basilicata. In media il divario supera il 25%. Il tasso di occupazione femminile in Europa è del 67%. Il più alto è a Stoccolma con l’83,3%.
Poi ci sono i rischi ambientali. Otto regioni italiane sono al vertice della classifica per erosione del suolo. Al primo posto ci sono le Marche con una quota del 47,6%. Seguono la Sicilia (43,9%), la Calabria (40,2%), la Campania (37,4%), il Molise (37,2%), la Valle d’Aosta 33,9%), la Basilicata (32,1%) e l’Umbria (32%). La media europea è del 5,3%.
Se invece prendiamo in considerazione l’aspettativa di vita nei primi sei posti ci sono le Provincie di Trento (82,7) e Bolzano, l’Umbria, le Marche, e la Toscana. La media europea è di 78,2.
L’indagine di Eurostat è impietosa per il Meridione. Rischio povertà ed emergenze ambientali, gap occupazionali, aspettative di vita e non solo, il divario tra il Sud ed il resto d’Italia e d’Europa continua a crescere. Certo ci sono ragioni ‘strutturali’ e territoriali, ma ci sono anche e soprattutto le responsabilità dei governanti nazionali ed europei che si sommano a quelle degli amministratori locali.
Il Recovery fund e, eventualmente il Mes, predisposti dall’Unione europea per far fronte alla crisi determinata dal Covid-19 serviranno a ridurre queste distanze o continueranno ad accrescerle? Una risposta certa non ci può essere, ma qualche preoccupazione su come i finanziamenti saranno utilizzati i cittadini del sud Europa dovrebbero averla.
Fonte Eurostat