Bolsonaro in via di sparizione.

Francesco Cecchini

Le municipali brasiliane dello scorso 15 novembre sono state una sconfitta per Bolsonaro, un consolidamento  dei partiti di centro e centro destra un buon risultato per il Partido Socialismo e Liberdade (Psol) e non buono per il Partido dos Trabalhadores (PT).

Un articolo pubblicato su Ancora Fischia il Vento ha raccontato il risultato. Il link è il seguente:

BALLOTTAGGI DEL 26 NOVEMBRE

Dei 13 candidati a sindaco sostenuti dal presidente Jair Bolsonaro nei ballottaggi delle elezioni municipali del 29 novembre, 11 sono stati sconfitti alle urne e solo due sono stati eletti.

 Tuttavia, tenendo conto dei dati generali, i voti persi dal presidente sono in gran parte rimasti nel centrodestra, che è ha rivinto nelle due principali città del paese dove già governava: San Paolo e Rio de Janeiro.

 La maggior parte dei candidati proposti da Bolsonaro avevano già registrato una performance negativa al primo turno.

 Uno dei fallimenti più significativi era stato quello del candidato a sindaco di San Paolo, Celso Russomanno giunto addirittura quarto ed escluso dal ballottaggio. Delusione anche per la batosta con 30 punti di distacco subita dall’attuale sindaco di Rio de Janeiro, il pastore evangelico ultraconservatore Marcelo Crivella, sostenuto da Bolsonaro e dai suoi figli. A prevalere nel ballottaggio, è stato il candidato della destra liberista Paes. In campagna elettorale Crivella aveva rafforzato il suo legame con Bolsonaro per cercare di ribaltare i sondaggi che non gli erano favorevoli, ma non ha funzionato.      A parte Crivella, l’altra speranza di Bolsonaro era Wagner Sousa Gomes, ma anche lui ha perso a Fortaleza, capitale dello stato nord-orientale del Ceará, contro il candidato José Sarto, di centro sinistra del Partido Democrático dei Lavoratori.

 Lo scontro più significativo era a San Paolo, dove Bruno Covas, del Partito Socialdemocratico Brasiliano (destra liberista), è stato rieletto al secondo turno dopo aver sconfitto la “sorpresa” Guilherme Boulos, del Partito Socialismo e Libertà. Boulos, appresi i risultati del conteggio, ha affermato che la sinistra brasiliana comunque vada, vincerà nelle prossime scadenze elettorali.            

Voglio ringraziare calorosamente tutti coloro che hanno sperato e che continuano a crederci. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno sognato.  Vinceremo, non in queste elezioni, ma vinceremo”, ha detto il leader del Movimento dei Lavoratori Senza Tetto che nel suo programma aveva previsto la costruzione di 100.000 alloggi popolari.

 Secondo il portale Brasil 247, nonostante la sconfitta, Boulos si è affermato come un nome forte nel mondo progressista per le future contese elettorali.

 In una nota il Partito dei Lavoratori (PT), il più grande partito della sinistra dell’America Latina, ha assicurato di essere riuscito al secondo turno ad invertire la tendenza negativa delle precedenti elezioni, con quattro vittorie nei principali centri urbani degli stati di San Paolo e Minas Gerais dopo aver partecipato al ballottaggio in 15 città con più di 200.000 elettori.

La presidente del PT, Gleisi Hoffmann, facendo il punto sulla battaglia elettorale.ha affermato: “E’ stata una delle elezioni più dure nella storia recente del Paese, ma il PT è uscito dalle urne nel 2020 riprendendo forza nelle città di grandi e medie dimensioni dopo il colpo di Stato giudiziario parlamentare contro la presidente Dilma Rousseff nel 2016. Il secondo turno ha dimostrato che la sinistra può combattere. La nostra performance nelle grandi città e l’unità tra i nostri elettori che abbiamo costruito in molte di esse conferma che abbiamo un’alternativa per il Brasile”-

 I commentatori politici ritengono che queste elezioni sono un termometro per le prossime elezioni presidenziali del 2022, quando come afferma Lula la sinistra può tornare a vincere.

Lula del PT e Guilherme Boulos del  PSOL, uniti.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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