Nel pieno di una importante ristrutturazione economica che dovrebbe portare il Paese a superare le distorsioni esistenti, Cuba non cessa di mostrare al mondo il proprio esempio nella lotta al Covid-19. Proprio mentre scriviamo, gli ultimi dati ufficiali hanno ratificato il sorpasso del piccolo Belize nei confronti della maggiore delle isole caraibiche nel numero di casi positivi al Covid-19, nonostante la repubblica centroamericana conti appena 400.000 abitanti contro gli 11.3 milioni di Cuba. Ancora più impietoso è il confronto con gli Stati Uniti, che al momento contano 52.400 casi per milione di abitanti contro gli 854 di Cuba, mentre i morti per milione di abitanti sono 948 negli USA e appena dodici sull’isola socialista.

Possiamo dire con soddisfazione che il Paese ha affrontato con successo ed in maniera esemplare il Covid-19, sulla base di tutto l’apprendimento ottenuto in questa battaglia“, ha commentato il presidente Miguel Díaz-Canel Bermúdez di fronte all’Assemblea Nazionale de L’Avana. Il leader cubano ha spiegato che quello che accade a Cuba “rompe i paradigmi del neoliberismo“, modello che si è rivelato del tutto fallimentare di fronte all’emergenza pandemica globale, e certamente meno efficace di quello portato avanti dai Paesi socialisti. “Il neoliberismo – ha sottolineato ancora Díaz-Canel – nega il ruolo dello Stato e del governo. Noi abbiamo avuto successo, tra l’altro, perché Governo e Stato, con il Partito in primo piano, sono riusciti a integrare quel sistema per sconfiggere la pandemia. Pertanto, è dimostrato che il ruolo dello Stato e del governo, che è dovuto al loro popolo, è essenziale per risolvere fenomeni complessi come una malattia di impatto globale“.

In molti Paesi, ha affermato ancora il presidente cubano “le leggi del mercato continuano a predominare, nonostante si tratti di un problema umano, sanitario e sociale. E dove decide il mercato non ci sono soluzioni. Da noi la soluzione non è stata cercata mettendo al centro il mercato, qui il cittadino cubano è stato messo al centro di tutte le attenzioni”. “Il neoliberismo – ha continuato – agisce egoisticamente di fronte alla pandemia; a Cuba ha prevalso l’unità e la solidarietà tra le persone e abbiamo anche condiviso le nostre conoscenze con il mondo e l’aiuto del nostro personale sanitario”.

Come noto, persino alcune delle economie capitalistiche più avanzate del pianeta hanno fatto ricorso al sostegno delle brigate mediche cubane, che non hanno fatto mancare il proprio sostegno neppure ai Paesi che generalmente sono più ostili nei confronti dell’isola. Proprio di recente, tra l’altro, una brigata medica cubana ha raggiunto l’Honduras, Paese governato dal filostatunitense Juan Orlando Hernández, che però nel momento del bisogno si è rivolto a L’Avana: la prima volta, ad aprile, proprio per fronteggiare l’epidemia da Covid-19; la seconda, in seguito ai disastri causati dal passaggio degli uragani Eta e Iota. In totale, quest’anno l’assistenza umanitaria cubana ha raggiunto 38 stati con la partecipazione di più di 3.800 operatori sanitari, che hanno curato più di 550.900 persone.

Tornando al discorso tenuto dal presidente Miguel Díaz-Canel Bermúdez all’Assemblea Nazionale, il capo di Stato ha sottolineato come, sebbene fino ad ora Cuba abbia ottenuto risultati soddisfacenti, i pericoli non siano ancora ancora terminati, soprattutto per quanto riguarda l’arrivo di persone provenienti da Paesi ad alto tasso d’infezione, come sono attualmente molti Paesi del continente americano.

Alle parole del presidente hanno fatto seguito quelle del ministro della Sanità, José Ángel Portal Miranda, che ha aperto il proprio discorso citando Fidel Castro: “La scienza al servizio dell’uomo, la scienza al servizio della giustizia, ha sviluppato forze molto più potenti di quelle che la scienza ha sviluppato al servizio dello sfruttamento“. Oltre alla preparazione dimostrata da Cuba nello gestire l’emergenza, Portal Miranda ha sottolineato alcuni aspetti più generali che dimostrano le vulnerabilità del sistema economico e sociale secondo il quale è organizzata la maggioranza dei Paesi del mondo: “Il Covid-19 non è un evento isolato. È una conseguenza dei fenomeni globali sottostanti. Tra questi, il deterioramento dell’ambiente, l’esplosione demografica, l’accelerato invecchiamento demografico e un modello di consumo insostenibile a livello globale”, ha affermato il ministro. “Questi e altri fattori hanno aperto la strada che ha portato il mondo a una nuova pandemia, anch’essa prevista da decenni”.

Non possiamo dire con certezza se in questo periodo l’esperienza devastante del Covid-19 sia stata sufficiente per far capire all’umanità che siamo dipendenti gli uni dagli altri quanto vulnerabili. Ma ha mostrato l’urgenza di ridurre i divari di disuguaglianza esistenti in tutti i settori. Uno di questi, essenziale, è rendere la salute universale una realtà e non una chimera”, ha continuato il titolare del ministero della Sanità (MINSAP).

Portal Miranda ha ancora sottolineato come Cuba abbia ottenuto risultati lusinghieri nella lotta al Covid-19 e possa vantare statistiche invidiabili “pur essendo un piccolo Paese in via di sviluppo, con risorse limitate e sotto gli effetti del blocco che il governo degli Stati Uniti ha imposto alla nazione per quasi 60 anni. Le conseguenze di questo assedio economico, commerciale e finanziario sono state molto più evidenti nel bel mezzo della pandemia e hanno avuto un notevole impatto sul sistema sanitario. Tuttavia, Cuba ha ottenuto risultati favorevoli nel confronto con COVID-19. Questi sono stati possibili grazie alla volontà politica dello Stato e del governo cubano, e al gigantesco lavoro che la nostra Rivoluzione, nella costruzione di una società socialista, ha sviluppato nel campo dell’educazione, della salute e della scienza, ponendo l’essere umano come prima priorità”.

Il Covid-19, dunque, altro non è che il fattore che ha definitivamente messo a nudo, anche per i suoi più ideologizzati cantori ditirambici, il fallimento del modello neoliberista, causa di miseria e diseguaglianza e non in grado di affrontare l’emergenza sanitaria mettendo al centro l’uomo. Al contrario, i Paesi socialisti come Cuba e il Vietnam, pur potendo contare su risorse decisamente meno ingenti, hanno saputo dare la priorità agli esseri umani, potendo disporre di governi che non eseguono cadavericamente il volere dei mercati.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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