Fotogrammi di Que viva Mexico! che sembrano foto di Tina Modotti


Francesco Cecchini


Un esperienza emotiva e culturale intensa è guardare allo stesso tempo le foto di Tina e le immagini tratte dalle riprese di Sergei in Messico per il film Que viva Mexico! Il Messico di allora si impadronì degli occhi, del cuore e della mente di Tina Modotti. Sicuramente Tina Modotti guardò film di Sergei Ejzenstein, che guardò fotografie di Tina, ma nessuno dei due scrisse, parlò l’ uno dell’ altra o riconobbe influenze reciproche.
E’ indubbio che l’avanguardia culturale e artistica sovietica influenzò l’opera di Tina Modotti. L’ambasciata dell’ Unione Sovietica venne aperta nel 1924. Il primo ambasciatore fu Stanislaw Perkovskii che Tina conobbe e fotografò. Stanislaw Perkovskii fu presto rimosso su richiesta del presidente messicano Plutarco Elias Calles per le sue ingerenze nel Partito Comunista Messicano e nella politica interiore. A Perkovskii subentrò Alessandra Kollontai che priveligiò le relazioni anche commerciali tra Unione Sovietica. Tina frequentava l’ambasciata sovietica dove nel 1925 fotografò Vladimr Maiakovski di passaggio a Città del Messico diretto negli Stati Uniti. La relazione di Tina con Alessandra Kollontai furono di amicizia. Alessandra chiamava Tina, Tinotchka. Christiane Barkhausen Canale nel suo libro Tina Modotti: Verità e Leggenda racconta di aver incontrato a Berlino il biografo di Kollontai che le mostrò una fotografia di Allessadra Kollontai fuori dell’ ambasciata di Città del Messico con la dedica:” Para mi amiga de toda la vida, mi inconfundible entranable y querida Tinotchka, Aleks.” Uno dei meriti dell’ambasciatrice Allessandra Kollontai fu la diffusione di pellicole sovietiche in Messico. La prima pellicola sovietica arrivò il 28 gennaio del 1927 e Alessandra Kollontai, temendo censura, la proiettò in ambasciata per un pubblico di funzionari e simpatizzanti. Fu un successo. Però solo un cinema, El Imperial Cinema di Juan Bustillo Bridat si mostrò interessato a proiettare pellicole sovietiche di Abram Room, Anatoli Lunacharski, Sergei M. Eisenstein ed altre.
Dapprima vi furono proiezioni promosse dall’ambasciata sovietica e da Emperial Cinema che suscitarono interesse e partecipazione, innanzitutto di settori di sinistra. Ne scrissero anche i giornali
Ciò provocò l’attenzione dell’ambasciata degli Stati Uniti e intervenne direttamente il Segretario di stato americano Frank Billing Kellog, segretario di stato dell’allora presidente John Calvin Coolidge che accusò la diffusione in Messico di propaganda sovversiva. In quel periodo i film sovietici erano proibiti in tutti i paesi occidentali. La presa di posizione fu tale che il presidente messicano Calles convocò Alessandra Kollontai e ordinò che il Departmento Confidencial de la Secretaria de Gobernacion investighi se le accuse amricane fossero fondate. Comunque 23 pellicole sovietiche furono proiettate in tutto il Messico e tra le quali, La Corazzata Potemkin, Ivan il Terribile e Ottobre di Sergei M. Esenstein, le prime due nell’Imperial Cinema e l’ultima nel Teatro Nacional. Nello stesso tempo anche il Partito Comunista Messicano organizzò nelle sue sale proiezioni di film sovietici. Tina guardò i 3 film di Sergei M. Esenstein. Per esempio film Ottobre fu proiettato il 10 gennaio 1929 al Teatro Hidalgo in un evento presieduto da Tina per commemorare Julio Antonio Mella. Senza dubbio l’influenza di Sergei M. Esenstein nel lavoro fotografico di Tina fu vitale, innanzitutto nelle foto scattate per il giornale del Partito Comunista messicano, El Machete.

Tina Modotti. Lavoratore che legge El Machete


Sergej Ejzenstein il regista di capolavori: Sciopero, La corazzata Potëmkin, Ottobre, La linea generale, Aleksandr Nevskij, Ivan il Terribile. arrivò in Messico insieme ai suoi collaboratori Gregory Alexandrov e Eduard Tisse. Portarono con loro una valigia carica di rotoli di pellicola, una macchina fotografica e l’ammirazione per un paese che avrebbero filmato,
Upton Sinclaire ,fondatore, insieme a sua moglie, del Mexican Film Trust finanziò il viaggio e le riprese con circa venticinquemila dollari che avrebbero coperto il soggiorno nel paese da tre a quattro mesi circa.
Prima, il 26 novembre 1930 Esenstein acquistò nella libreria Hollywood Book Store di propietà di Oddo State due libri importanti per capire ed avvicinarsi al Messico Tramping Through Mexico, Guatemala and Honduras di Harry A. Frank Idols Behind Altars di Anita Brenner. Durante la stesura del libro Anita Benner incaricò Edward Weston e Tina Modotti di realizzare fotografie per illustrarlo: i due intrapresero un viaggio di quasi quattro mesi visitando alcuni stati del Messico per scattare foto di arte popolare, monumenti colonali e arte preispanica. Assieme ai due libri Eisenstein comprò numeri della rivista Mexican Folkways dove Tina nel 1929 aveva pubblicato un suo scritto sulla fotografia. Inoltre Eisenstein conosceva le fotografie che Tina aveva pubblicato, tra il 1928 e il 1930, nella rivista tedesca Arbeiter Illustrierte Zeitung. Queste fotografie, di natura sociale, mostravano ancora un Messico sconvolto dalla lotta armata che rivendicava i suoi diritti sulla terra. I temi principali erano i motivi rivoluzionari, gli stessi che avrebbero reso famosa Tina alla fine. La rivista Arbeiter riproduceva Bambino con cappello, Falce e orecchio, Donna con bambino e Ritratto di Julio Antonio Mella. Inoltre, il cineastra osservò il lavoro di Tina in Mexican Folkways, una rivista bilingue pubblicata sia in Messico che negli Stati Uniti da Frances Toor. Mexican Folkways documentava oltre l’archeologia, i costumi, le feste tradizionali e il folklore del popolo messicano. Eisenstein ha acquisito un’edizione quasi completa della pubblicazione a Los Angeles. Fu n quella rivista in cui il regista ha trovato le basi iconografiche necessarie per Que viva Mexico!

Entrambi furono artisti rivoluzionari e ciò che li unì fu il Messico.
Tina abbandona, espulsa, il Messico nel Febbraio del 1930. Nel dicembre dello stesso anno vi arriva Sergei Eisenstein. Entrambi sono artisti e comunisti, lei più militante rivoluzionaria di quanto lo fosse il regista sovietico, concentrato essenzialmente sul proprio mestiere artistico. Il paese che vivono è lo stesso, anche se Tina vi visse degli anni e Sergej pochi mesi.
Che Tina Modotti sia stata musa ispiratrice anche per Sergei Eisenstein è un ipotesi con fondamento. Le immagini in movimento fanno tesoro delle immagini fotografiche scattate anni prima da Tina. Il cineasta non incontra la fotografa, ma lo stesso ambiente culturale, e l evento principale della realtà artistica di allora, il muralismo. Percorre la stessa geografia, ma innanzitutto conosce le foto di Tina pubblicate tra il 1928 e 1930 nella rivista tedesca Arbeiter Illustrierte Zeitung: Nino con sombrero, Hoz y mazorca, Mujer con niño ed altre. Sono immagini di alto contenuto sociale che mostrano un Messico ancora scosso dalla rivoluzione che reclama terra e diritti. Nel tempo trascorso negli Stati Uniti Eisentein sicuramente sfoglia, anzi studia, la rivista Mexican Folkwais di Francesco Toor dove si narrano costumi popolari, archeologia, feste tradizionali utilizzando foto di Tina
Il Messico che una ritrae e laltro film aè lo stesso México durmiendo. Mexico esclavizado. México hirviendo y, finalmente, luchando. México revolucionario
” Messico che dorme. Messico ridotto in schiavitù. Messico che bolle, infine, che combatte. Messico rivoluzionario “come scrive Tisse.
Inoltre va detto che il fotografo Manuel Alvarez Bravo amico di Tina e conoscitore delle sue foto fu operatore cinematografico di Sergej Eisenstein tra il 1930 e il 1931. Manuel lavorò con Tina nella rivista Mexican Folkways.
Tina conosce Sergei a Mosca nel 1933. Lo racconta il pittore Pablo OHiggins: Ella me dijo che Eisenstein acababa de de regresar de Mexico y que seria bueno ir a verlo. Lo visitamos y constatabamos que estaba muy triste porque aùn no habia llegado su material filmado en ese país.., “Mi disse che Eisenstein era appena tornato dal Messico e che sarebbe stato bello andare a vederlo. L’abbiamo visitato e abbiamo visto che era molto triste perché il suo materiale girato in quel paese non era ancora arrivato … “, ma l incontro è anche ricordato nella stessa biografia del regista: Yo, memorias immorales. Io, ricordi immorali

Manifestino del film Que Viva Mexico!

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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