E così il super ministro alla “transizione ecologica” Cingolani, ex dirigente ai piani alti della produzione di armi made in Italy, ha iniziato a operare. Se queste sono le premesse…Entrano, insieme a Cingolani, uomini e donne cari a Confindustria (nota per la sua attenzione all’ambiente, no?) e ai giri renziani.Ci sono proprio tutti. A partire da Galletti, ex udc e già ministro dell’ambiente per il governo Renzi. Troviamo poi Roberto Cerreto, nominato capo di gabinetto: aveva lo stesso ruolo per il ministero delle riforme guidato da Mariaelena Boschi (sì, quello che targò la “riforma” costituzionale fortunatamente bocciata da un referendum popolare). Si era già distinto per il suo amore per gli ecosistemi quando, all’epoca del dicastero della Boschi, si occupò dei giacimenti petroliferi Tempa Rossa in puglia avviati dalla Total.Per non farci mancar niente, entra nella squadra Marco Ravazzolo, vice dell’ufficio legale del ministero, e responsabile ambiente di Confindustria.D’altronde sarà lo stesso ministro Cingolani, attualmente ancora dipendente di Leonardo, a dover decidere sui 90 milioni di euro che Costa non aveva voluto versare all’azienda a causa dell’affaire Sistri.Sistri è il nome di uno dei più grandi sprechi di denaro pubblico degli ultimi decenni. Un sistema di gestione dei rifiuti speciali, affidato a Leonardo e mai entrato in funzione dal 2010 al 2020. E’ costato oltre 140 milioni di euro. Quando dici conflitto d’interessi…
potere al popolo