Nella giornata di lunedì 22 marzo, il ministro degli Esteri della Federazione RussaSergej Lavrov, ha raggiunto Guilin, nella regione autonoma del Guangxi Zhuang, per incontrare il proprio omologo della Repubblica Popolare CineseWang Yi. I leader diplomatici delle due potenze hanno discusso tematiche di grande rilievo, come i rispettivi rapporti con gli Stati Uniti, la cooperazione sotto l’egida delle Nazioni Unite, la situazione in scenari critici come quelli di Afghanistan e Myanmar, ed altre questioni di interesse comune.

Dalle dichiarazioni di Lavrov e Wang è immediatamente emerso come il verso significato del vertice fosse quello di dare un segnale forte all’Occidente, ed in particolare agli Stati Uniti, sull’unità di intenti tra Mosca e Pechino, con il fine principale di porre fine alla già scricchiolante egemonia statunitense sul pianeta. Prima di partire per la Cina, Lavrov ha dichiarato in un’intervista ai media cinesi che l’Occidente sta “promuovendo il proprio programma ideologizzato volto a mantenere il proprio dominio frenando lo sviluppo di altri Paesi“, aggiungendo che si tratta di una politica “dalla parte sbagliata della storia“.

In effetti, sia la Russia che la Cina hanno più volte respinto le sanzioni unilaterali imposte dagli Stati Uniti e dai loro vassalli europei ai danni di quei Paesi rei di non genuflettersi al volere di Washington. “Gli Stati Uniti hanno fatto affidamento sul loro status di potenza più grande del mondo e hanno utilizzato le sanzioni come metodo di costrizione nei confronti di altri”, ha dichiarato il ricercatore cinese Lü Xiang, dell’Accademia Cinese delle Scienze Sociali, al Global Times

I Paesi di tutto il mondo dovrebbero unirsi per formare un consenso contro le azioni dei Paesi guidati dagli Stati Uniti che mirano a interferire nei loro affari interni per mezzo di sanzioni”, ha aggiunto ancora Lü. Al contrario, Cina e Russia sono due Paesi che aderiscono al principio di non interferenza mentre sono determinati a cooperare in tutti gli ambiti possibili e ad occuparsi dei reciproci interessi fondamentali ogni volta che sia necessario farlo. “Tuttavia, Cina e Russia non formeranno, come alcuni credono, un’alleanza in stile occidentale o un blocco come quello durante la Guerra Fredda. I due Paesi si sono impegnati in una cooperazione globale, intraprendendo un nuovo percorso di relazioni esterne caratterizzato dal partenariato piuttosto che dall’alleanza”. In particolare, né la Cina né la Russia hanno palesato l’intenzione di voler imporre una propria egemonia al posto di quella statunitense; al contrario, sia Pechino che Mosca favoriscono il multilateralismo nell’ambito delle Nazioni Unite e delle altre organizzazioni internazionali, nel pieno rispetto di tutti i membri della comunità internazionale.

Dobbiamo agire come garanti della giustizia negli affari internazionali“, ha sottolineato a tal proposito il ministro degli Esteri cinese. Secondo Wang, “la Cina è pronta a promuovere il sistema internazionale istituito dalle Nazioni Unite, proteggere l’ordine mondiale basato sul diritto internazionale e rispettare valori universali come pace, sviluppo, giustizia, democrazia, uguaglianza e libertà“.

La Cina e la Russia hanno oggi molte cose in comune, il che spinge i due Paesi l’uno verso l’altro. Entrambi, in particolare, devono respingere l’offensiva senza soluzione di continuità da parte dei mass media occidentali, che puntano a condizionare l’opinione pubblica di quei Paesi in senso antirusso ed anticinese. Argomenti come il caso di Aleksej Naval’nyj per la Russia o le questioni di Hong Kong e dello Xinjiang per la Cina vengono utilizzati strumentalmente per gettare fango sui principali rivali degli Stati Uniti su scala globale.

Non ultimo, i governi e i media occidentali hanno accusato la Cina e la Russia di perpetrare una “dipliomazia dei vaccini”, al fine di giustificare le proprie mancanze ed il proprio egoismo di fronte all’emergenza sanitaria che sta scuotendo il mondo da oltre un anno. “[Gli occidentali] stanno cercando di ritrarre la Russia e la Cina come una sorta di avventurieri nel campo della cosiddetta diplomazia dei vaccini. Questo non è assolutamente vero“, ha dichiarato Lavrov nel corso della conferenza stampa congiunta con Wang. Il ministro russo ha osservato che il presidente russo Vladimir Putin si è espresso a favore del fatto che tutti i Paesi siano guidati esclusivamente da considerazioni di umanità e dagli interessi di salvare vite in questioni relative alla produzione e distribuzione di vaccini piuttosto che a considerazioni geopolitiche o approcci commerciali.

L’incontro tra Sergej Lavrov e Wang Yi i è tenuto in vista del ventesimo anniversario del Trattato di buon vicinato, amicizia e cooperazione tra la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese, stipulato dai due governi nel luglio del 2001. I leader dei due Paesi, Vladimir Putin e Xi Jinping, sperano di dare nuova linfa alle relazioni bilaterali tra Mosca e Pechino, concentrandosi anche su aspetti che sono rimasti trascurati negli anni precedenti. Nonostante i notevoli miglioramenti negli ultimi anni, in partiolare, la crescita del commercio bilaterale è rimasta relativamente lenta: nel 2020, anche per via della pandemia da Covid-19, il commercio bidirezionale tra Cina e Russia è diminuito del 2,9% su base annua a $ 107,8 miliardi, con le esportazioni russe verso la Cina in calo del 6,6% su base annua, secondo i dati ufficiali.

Nonostante il calo registrato nel 2020, il commercio bilaterale ha superato la soglia dei 100 miliardi di dollari per tre anni consecutivi e la Cina è rimasta il principale partner commerciale della Russia per l’undicesimo anno consecutivo. Anche il commercio energetico e agricolo ha visto una crescita robusta, con la Russia che è diventata il principale fornitore di energia per la Cina e le esportazioni agricole che hanno raggiunto un livello record di 5,55 miliardi di dollari, secondo i dati riportati dal Global Times.

Proprio mentre nel sud della Cina si svolgeva l’incontro tra Wang e Lavrov, Il Segretario di Stato degli USA, Antony Blinken, si recava a Bruxelles rafforzare i legami con gli alleati della NATO e collaborare sulle “preoccupazioni su Cina e Russia“, secondo quanto affermato dal Dipartimento di Stato americano. Appare dunque palese come siano gli Stati Uniti a mantenere una mentalità da guerra fredda e a volersi opporre al multilateralismo, timorosi di perdere la propria posizione privilegiata di prima potenza mondiale. Tuttavia, anche gli storici alleati degli USA, dall’Europa occidentale al Giappone, hanno compreso che la direzione presa dalla storia non seguirà i progetti egemonici di Washington. Per questo, da Berlino a Tokyo, i governi alleati di Washington, pur restando alleati degli USA, stanno iniziando a curare con maggior attenzione le proprie relazioni con Mosca e Pechino, cercando di non farsi strangolare dall’abbraccio mortale dello Zio Sam.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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