Algerian anti-government protesters take the streets of Algiers on March 26, 2021 as the Hirak pro-democracy movement keeps up its weekly demonstrations despite a ban on gatherings due to the coronavirus pandemic. (Photo by RYAD KRAMDI / AFP)

Algerini marciano ad Algeri nel 110 ° venerdì di Hirak

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Francesco Cecchini


Nato nel febbraio 2019 dal massiccio rifiuto di un quinto mandato del presidente Abdelaziz Bouteflika, l’ Hirak continua e chiede un cambiamento radicale nel “sistema” politico in atto dall’indipendenza del paese nel 1962, sinonimo ai suoi occhi di corruzione, nepotismo e autoritarismo.
L’ Hirak è un movimento popolare senza precedenti in Algeria, è pacifico, plurale, dai laici agli islamisti, e fino ad oggi senza una vera leadership o struttura politica.
Un partecipante alla manifestazione di venerdi 26 marzo scorso ad Algeri ha dichiarato “Il popolo algerino ha deciso di volere un governo civile e non militaretatale di 59 anni. Siamo pazienti dal 1962 ed è come se non avessimo sperimentato l’indipendenza. Ora è giunto il momento della nostra indipendenza, a Dio piacendo , riassumendo così il pensiero dell’ Hirak.
L’ Hirak ha manifestato in tutte le città dell’ Algeria: Algeri, Orano, Mostaganem, Tizi Ouzou, Bouira,Béjaïa, Constantine, Annaba, etc.,etc., nonostante le proibizioni di raduni dovute alla pandemia da Covid-19. Diffusa è stata la repressione. Le forze dell’ ordine quasi ovunque hanno attacato chi era sceso in piazza con idranti e decine sono stati gli arresti, tra i quali spicca quello dell’ attivista e poeta Mohamed Tajadit, arrestato al termine della manifestazione in rue Didouche Mourad nel centro di Algeri, fatto salire a bordo di una Toyota bianca e di cui non si ha notizia. ​​Comunque tutto ciò non intimidisce l’ Hirak pronto a scendere in piazza i prossimi martedì e venerdì, nonostante rimanga il limite di una mancanza di una struttura politica e di un programma politico dettagliato.
Nonostante la protesta, il presidente Abdelmadjid Tebboune sembra determinato ad applicare la sua roadmap, elezioni presidenziali o elezioni legislative anticipate che si terranno a giugno, alternando atti di pacificazione e repressione.
Dall’ opposizione, la critica al potere e al suo approccio è definitiva. La leader del Partito dei Lavoratori, Louisa Hanoune, ha dichiarato: Le prossime elezioni legislative risolveranno il problema della rappresentanza politica del popolo che le è stata negata dal 1962? Le prossime elezioni risolveranno la crisi multidimensionale che sta attraversando il Paese? Risolveranno la crisi politica latente del regime?” .

Femministe rendono omaggio durante l’ Hirak a Nawel El Saaddaoui, morta da poco.


È morta a 89 anni Nawal el-Saadawi, famosa scrittrice e paladina dei diritti delle donne che ha rivoluzionato le discussioni sul genere nel mondo arabo, lo annuncia il giornale Al-Ahram. Saadawi, hanno riferito i familiari, è morta in un ospedale della capitale egiziana. Autrice prolifica che ha raggiunto la fama con il romanzo ampiamente tradotto “Donne al punto zero” (1975), Saadawi era una fiera sostenitrice dell’emancipazione femminile nella società profondamente conservatrice e patriarcale dell’Egitto. Con più di 55 libri pubblicati, tra cui l’ opera “Donne e sesso” che rompe i tabù, è stata brevemente imprigionata dal defunto presidente Anwar Sadat e condannata anche da Al-Azhar, la più alta autorità musulmana sunnita in Egitto.

FILE – This July 2, 1985 file photo, shows prominent Egyptian feminist Nawal Saadawi who has been jailed several times for her leftist political views. Saadawi, a renowned Egyptian feminist, psychiatrist and novelist, whose writings have stirred controversy for decades in an overwhelming conservative society, died of age-related health problems in Cairo on Sunday, March 21, 2021, officials said. She was 89. (AP Photo/Paola Crociani, File)

Nawal el-Saadawi

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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