Non Una di Meno si mobilita in difesa della Convenzione di Istanbul, contro il ritiro della firma turca e in solidarietà con i movimenti femministi e LGTBQİPA+ che in tutti i paesi europei stanno resistendo agli attacchi delle destre

Il primo luglio è la data ufficiale di uscita della Turchia dalla Convenzione di Istanbul, trattato internazionale sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. Un testo sottoscritto da 45 stati che vincola i paesi sottoscrittori ad adottare e rispettare principi e misure di contrasto alla violenza di genere.

Il ritiro dalla Convenzione rappresenta un attacco molto pesante ai diritti delle donne e delle soggettività LGBTQIA+.

In Turchia, nella data di ieri, è stata lanciata una grande mobilitazione in difesa della Convenzione e contemporaneamente, in Europa e nel mondo sono state numerose le manifestazioni in solidarietà delle donne che vivono in Turchia, ma non solo. Bulgaria, Ungheria, Repubblica Ceca, Polonia, Grecia, Francia, Germania, Regno Unito e Argentina sono alcuni dei paesi che hanno risposto alla chiamata transnazionale.

In Italia Non Una di Meno si è mobilitata in alcune città insieme ai centri antiviolenza, alle reti LGBTQIA+, che da mesi portano avanti la lotta per reclamare #moltopiùdiZan, insieme alle lavoratrici, lə sex workers e le persone migranti.

Foto di Ilaria Turini

In Italia, in Europa e in tutto il mondo, l’attacco patriarcale e la violenza contro le donne e le soggettività LGBT*QIA+ continuano a intensificarsi. E l’Italia stessa è sotto osservazione per il mancato rispetto della Convenzione di Istanbul, in particolare riguardo la vittimizzazione secondaria nei tribunali.

Nel gennaio 2020 è stato pubblicato il Rapporto delle esperte del GREVIO sull’Italia, che descrive lo stato di applicazione della Convenzione di Istanbul in Italia e offre raccomandazioni per la sua piena realizzazione, riportate sulle pillole grafiche realizzate da Non Una di Meno Milano.

Nella giornata del primo luglio in numerose città le reti e le attiviste di Nudm si sono mobilitate con cortei, presidi e flash mob.

Due cortei si sono tenuti nel tardo pomeriggio a Bologna, a partire da piazza dell’Unità, e a Padova. Diversi presidi in tutta la penisola, da Brescia a Catania, da Firenze a Milano, in questo caso nei pressi del Consolato turco. Ma anche Pavia, Ravenna, Reggio Calabria, Reggio Emilia e Modena, Torino e Venezia; e poi azioni comunicative a Mantova in piazza Martiri e a La Spezia, una passeggiata transfemminista a Genova, convocata a Largo Pertini, ed una serie di banchetti sul tema a Massa Carrara e a Nova Milanese, mentre a Roma e Pisa si sono tenuti due flashmob davanti ai tribunali.

I centri antiviolenza femministi e transfemministi sottolineano l’assenza di comunicazione tra tribunale civile, penale e dei minori e il riprodursi di abusi e violenze ai danni delle donne, de* loro figli* e di tutte le altre soggettività.

Nella capitale, un flashmob davanti al Tribunale dei minori e poi un presidio sul Ponte Garibaldi, ribattezzato Ponte “Giorgiana Masi” con lo slogan: “Contro la violenza istituzionale e nei tribunali: la Convenzione di Istanbul è di tutte noi!“.

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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