Gli assalti della destra questa volta non sono riusciti nell’intento di ribaltare l’esito delle elezioni: la Giuria Nazionale Elettorale (Jurado Nacional de Elecciones, abbreviato in JNE) ha infatti proclamato ufficialmente la vittoria di Pedro Castillo e del partito Perú Libre alle elezioni presidenziali che si sono svolte su due turni nelle giornate dell’11 aprile e del 6 giugno

Jorge Luis Salas, presidente dell’organo competente, ha dichiarato in una cerimonia virtuale che “la squadra di candidati presentata dall’organizzazione politica Perú Libre è la vincitrice dell’elezione del presidente e dei vicepresidenti della Repubblica nelle elezioni generali del 2021“. “Di conseguenza, come presidente della JNE, in adempimento del lavoro svolto, proclamo presidente della Repubblica il Sig. José Pedro Castillo Terrones e la Sig.ra Dina Ercilia Boluarte Zegarra primo vicepresidente della Repubblica“, ha aggiunto.

Dopo la proclamazione, Castillo ha ringraziato le autorità elettorali per l’operato e ha ribadito l’appello all’unità del popolo peruviano, facendo riferimento ai tentativi di destabilizzazione operati dalla candidata sconfitta, Keiko Fujimori: “Invoco i contendenti politici ad avvicinarsi, invito il leader di Fuerza Popular a non porre più barriere“.

Secondo i risultati ufficiali e definitivi, Castillo si è imposto con 8.836.380 voti, pari al 50,12% dei partecipanti al secondo turno, mentre la sua avversaria, candidata del partito della destra nazionalista Fuerza Popular, ha ricevuto 8.792.117 voti, fermandosi al 49,87%.

Nei giorni passati, la destra fujimorista ha in effetti tentato ogni strada per ribaltare il risultato elettorale. Il partito Fuerza Popular ha prodotto un numero di ricorsi tale da ritardare i lavori del JNE, che ha impiegato più di 40 giorni per analizzarli tutti, prima di poter ufficializzare la vittoria del candidato di sinistra. Solamente quando il JNE ha completato i propri lavori, poche ore prima della proclamazione ufficiale della vittoria del suo avversario, Fujimori ha riconosciuto la sconfitta: “Annuncio che, adempiendo ai miei impegni assunti con tutti i peruviani e con la comunità internazionale, riconoscerò i risultati perché è ciò che prevedono la legge e la Costituzione che ho giurato di difendere“, ha fatto sapere attraverso una dichiarazione pubblica.

Pur riconoscendo la sua sconfitta elettorale, Fujimori ha accennato a possibili irregolarità nel processo elettorale senza mostrare alcuna prova, insinuando che “la verità finirà per venire alla luce e lavoreremo tutti insieme per ristabilire la legittimità del nostro Paese“. Questo dimostra come la destra reazionaria peruviana non abbia ancora del tutto accettato la propria sconfitta, producendosi nella malcapitata imitazione della “big lie” di Donald Trump

Del resto, anche i fanatici fujimoristi hanno mostrato con i propri atti vandalici la propria natura fascista: la settimana scorsa, centinaia di militanti di destra hanno circondato con pietre e bastoni un’auto che trasportava due ministri dell’attuale governo, Óscar Ugarte, responsabile della Sanità, e Solangel Fernández, titolare dell’Edilizia Abitativa. Questo è avvenuto in seguito ad un evento denominato “marcia finale”, indetto dalla stessa leadership del partito FP. Durante la mobilitazione, i simpatizzanti di Fujimori hanno anche attaccato i giornalisti che tentavano di documentare l’accaduto.

Numerosi protagonisti della politica internazionale si sono complimentati con Pedro Castillo per il risultato raggiunto, in attesa che prenda effettivamente le redini del Perù a partire dal 28 luglio. Il governo del Venezuela ha rilasciato una dichiarazione per celebrare “il successo della storica giornata elettorale svoltasi nella Repubblica del Perù […] che ha portato all’elezione indiscutibile del professor Pedro Castillo Terrones come nuovo presidente di quel Paese“. “La massiccia partecipazione del popolo peruviano alle urne è un segno della sua inflessibile volontà democratica in difesa della sovranità popolare”, si legge nel testo.

Il presidente argentino Alberto Fernández ha reiterato il proprio messaggio, dopo essersi già complimentato con Castillo dopo i risultati preliminari: “Voglio rinnovare le mie congratulazioni a Pedro Castillo, che è stato eletto democraticamente e proclamato presidente dei nostri fratelli in Perù“. Anche la vicepresidente Cristina Fernández de Kirchner si è unita a questo messaggio.

Dalla Bolivia, l’ex presidente Evo Morales e l’attuale vicepresidente David Choquehuanca hanno inviato messaggi di congratulazioni. “Siamo popoli fratelli e abbiamo la grande missione di lavorare insieme per la nostra Patria Grande“, ha scritto Choquehuanca. “È il trionfo della dignità e dell’unità del popolo umile sul neoliberismo“, ha affermato invece Morales.

L’inizio del mandato di Pedro Castillo il prossimo 28 luglio aiuterà a colorare maggiormente di rosso la carta politica dell’America meridionale, con il Perù che effettuerà una decisa virata a sinistra, andando ad affiancare Venezuela, Bolivia e Argentina. Appuntamenti fondamentali per l’andamento del progressismo e del socialismo sudamericani saranno poi le elezioni cilene di novembre, dove il candidato della sinistra sarà Gabriel Borić, e quelle brasiliane del prossimo anno, nelle quali si prospetta il ritorno alla presidenza di Lula.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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