Il discorso del presidente Mattarella alla cerimonia del Ventaglio. Palazzo Chigi annuncia una fornitura extra di un milione di dosi Pfizer dalla seconda settimana di agosto

«La vaccinazione e gli interventi di rilancio economico continuano a essere indispensabili per assicurare sicurezza e serenità. La vaccinazione è un dovere morale e civico per ridurre la pericolosità del virus»: sono le parole incisive del presidente Sergio Mattarella durante la cerimonia del Ventaglio, ieri, al Quirinale.

«La pandemia non è ancora alle nostre spalle. Il virus è mutato e si sta rivelando ancora più contagioso – ha sottolineato il presidente -. Più si prolunga il tempo della sua ampia circolazione, più frequenti e pericolose possono essere le sue mutazioni. Soltanto grazie ai vaccini siamo in grado di contenerlo. Senza attenzione e senso di responsabilità – ha proseguito – rischiamo una nuova paralisi della vita sociale ed economica; nuove, diffuse chiusure; ulteriori, pesanti conseguenze per famiglie e imprese».

Sul rientro in aula in presenza a settembre: «La pandemia ha imposto grandi sacrifici, ovunque gravi. Sottolineo quelli del mondo della scuola. Ne abbiamo registrato danni culturali e umani, sofferenze psicologiche diffuse che impongono di reagire con determinazione. Il regolare andamento del prossimo anno scolastico deve essere un’assoluta priorità».

Rispetto alle proteste di piazza «No green pass»: «Auspico fortemente che prevalga il senso di responsabilità collettiva. La libertà è condizione irrinunciabile. Chi limita oggi la nostra libertà è il virus non gli strumenti per sconfiggerlo. Se la legge non dispone diversamente, si può dire ‘in casa mia il vaccino non entra’. Ma non si può dire per spazi condivisi, dove le altre persone hanno il diritto che nessuno vi porti un alto pericolo di contagio». Forze come Lega e FdI soffiano sulle proteste di questi giorni.

Mattarella ha dedicato un passaggio proprio ai partiti: «Conto che continuino a lavorare nella doverosa considerazione del bene comune del paese. Conto che non si smarrisca la consapevolezza dell’emergenza che tuttora l’Italia sta attraversando, dei gravi pericoli sui versanti sanitario, economico e sociale. Che non si rivolga attenzione prevalente a questioni non altrettanto pressanti».

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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