Francesco Cecchini

Campo profughi saharawi a Tindouf, Algeria.
“Il popolo saharawi continuerà la sua lotta fino alla vittoria finale.” Brahim Ghali, presidente della Repubblica Araba Democratica dei Sahrawi.
Uno dei motivi della rottura delle relazioni diplomatiche dell’ Algeria con il Marocco è stato il Sahara Occidentale. L’ ex colonia spagnola è stata in gran parte occupata e amministrata dal Marocco. L’Algeria ha da sempre sostenuto il movimento indipendentista del Fronte Polisario. Dopo oltre quattro decenni di ricerca della pace, la violazione del cessate il fuoco marocchina del 13 novembre 2020 ha scatenato una guerra in cui gli abitanti del Sahara occidentale sono continuamente sotto attacco. Il 12 agosto il ministro degli Esteri israeliano, Yaïr Lapid, in visita in Marocco, accusa apertamente l’Algeria di “svolgere un ruolo malsano e nella regione” riferendosi chiramente alla posizione per l’ indipendenza del Sahara Occidentale. Israele oppressore storico del popolo palestinese sostiene l’ opressione del popolo sahrawi da parte del Marocco.
Il Sahara occidentale è l’ ultima colonia in Africa, attualmente in guerra contro l’ invasore Marocco. I Saharawi sono un popolo pacifico e ospitale che da oltre 45 anni subisce violazioni dei diritti umani, torture, sparizioni da parte dell’ invasore marocchino e lotta per la propria indipendenza.
Dal 14 novembre 1975, quando il Sahara Occidentale è stato invaso dal Marocco parte del popolo saharawi è fuggita nel paese più vicino, l’ Algeria, che ci ha accolto ai confini con il Sahara, In estate il caldo è insopportabile: 60º all’ombra, e d’ inverno fa freddo fortissimo. È un deserto arido dove non piove quasi mai e non c’è vegetazione.
In quest’ area inospitale sono stati organizzati i campi dei rifugiati saharai come Willayas, che significa province: El Aaiun, Auserd, Smara, Dakhla, Capo Bojador e infine Rabouni che è sede degli uffici amministrativi. Gli insediamenti sono sparsi su aree piuttosto ampie. Mentre El Aaiun, Smara, Auserd, Bojador e Rabouni si trovano nel raggio di unora dauto dalla città di Tindouf, il campo di Dakhla dista 170 km da Tindouf in direzione sud-est, quasi al confine con il Mali. Si stima che i rifugiati siano 160.000. Inoltre in Mauritania sono presenti circa 26.000 rifugiati Sahrawi. I campi, Wilayas sono ben organizzati, politicamente e amministrativamente. Ogni campo ha un comitato per la salute, un comitato per l’istruzione e la culura e un comitato per la giustizia. Tutti gli abitanti di ogni campo fanno parte di un comitato di questi. Poi ci sono le cellule politiche, per affrontare le questioni politiche e sono composte da 11 persone. Tutto ciò grazie anche all’impegno delle donne saharawi, che sono si oppresse dal Marocco, ma libere e uguali con gli uomini.
Sono decenni che questo popolo vive nei canpi, 46 anni dall’ invasione del Marocco e 30 anni dal cessate il fuoco con l’ occupante con la promessa, mai mantenuta, di un referendum per l’ indipendenza del Sahara Occidentale. Poi l’ anno scorso le cose sono precipitate. quando il Marocco lo scorso 13 novembre ha rotto il cessate il fuoco con il Fronte Polisario che durava dal 1991. L’ esercito marocchino ha lanciato un’ operazione militare contro civili saharawi nella zona vicina alla città di Guerguerat vicino al confine con la Mauritania. Le forze militari del Fronte Polisario sono intervenute respingendo l’ attacco, ma non hanno deposto le armi. Gli scontri sono continuati .contro le posizioni delle forze di occupazione marocchine lungo il Muro della vergogna e continuano senza sosta, causando notevoli perdite umane e materiali alle forze di referendem
Ma non è realistico pensare che l’ indipendenza del Sahara Occidentale possa essere ottenuta con una guerra di liberazione militare, innanzitutto ora che Israele può fornire al Marocco armi sofisticate e droni. Al Fronte Polisario non rimase altra scelta che ricorrere alle armi, ma non è desiderio del popolo saharawi ricorrere alla violenza. E’ necessario un appoggio politico internazionale perché termini la guerra e venga indetto un referendum trasparente perché il popolo saharawi possa decidere il proprio diritto all’ autoderteminazione.
Sarebbe importante che i paesi africani che assieme all’ Algeria sostengono che Israele venga espulsa dall’ Unione Africana, Sudafrica, Tunisia, Eritrea, Senegal, Tanzania, Niger, Comore, Gabon, scendano in campo a sostegno del Sahara Occidentale e trascinino in questa azione tutti gli altri membri dell’ UA.
E’ interesse di tutti i popoli dell’ Africa che l’ unico paese ancora colonizzato del Continente, il Sahara Occidentale, conquisti libertà e indipendenza.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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