Immagine della guerra d’   Algeria

Francesco Cecchini

FRANCIA.

Ciò che accadde il 17 ottobre 1961 a Parigi è uno dei tanti episodi drammatici della drammatica storia tra Francia e Algeria. Basti pensare a La Toussaint rouge della quale tra poco è l’  anniversario, essendo accaduta tra la notte del 31 ottobre e il primo novembre 1954 e segnò l’   inizio della lotta del popolo algerino, guidato dal Front de libération nationale, FLN, contro il colonialismo francese.

L’    intervento di Emanuel Macron in occasione del massacro di decine di migliaia di algerini il 17 ottobre 1961 ha provocato attenzione e dibattito. Mentre Macron lo ha denunciato come un crimine imperdonabile per la Repubblica,, politici di sinistra, come il deputato LFI Alexis Corbière e il candidato comunista Fabien Roussel, gli hanno chiesto di riconoscere il massacro di algerini come un crimine di stato.Nelle librerie è stato richiesto il libro dello storico Jean-Luc Einaudi La bataille de Paris, pubblicato per la prima volta nel 1991. Inoltre è stato riproiettato il docufilm “Octobre à Paris” di  Jacques Panijel, girato subito dopo il massacro, a lungo proibito dalle autorità francesi  e uscito solo nel 2011. Il link con l’   intero docufilm, sotto titoli in francese, è il seguente

ALGERIA.

In Algeria si è parlato del tragico avvenimento, ma i toni sono stati, all’  unanimità, diversi, anche  perché non è piaciuta la riunione di Macron con algerini e loro famigliari che combatterono durante la guerra di liberazione a fianco dei francesi. Gli harkis, sono considerati in Algeria dei traditori, mentre i pieds-noirs, tutto sommato, sono accettati.

Il capo di Stato algerino, Abdelmadjid Tebboune, ha evocato il ricordo delle pratiche criminali coloniali commesse contro il Popolo algerino, in quel maledetto 17 ottobre 1961.  Non intende, comunque,  rinunciare alla memoria tra Algeria e Francia. In un messaggio inviato sabato 16 ottobre, in occasione della commemorazione della strage del 17 ottobre 1961 a Parigi, il leader ha insistito sul fatto che questi crimini “riflettono l’immagine barbara della serie di massacri e crimini contro l’umanità … martiri di questi crimini si uniscono ai loro fratelli che hanno sacrificato le loro anime durante le successive resistenze e la guerra di liberazione nazionale”.

Il rapporto dello storico Benjamin Stora sulla memoria della colonizzazione e della guerra d’Algeria consegnato al presidente francese Emmanuel Macron è stato criticato in Algeria. Per esempio il quotidiano allgerino Al Khabar ha scritto:      “La Francia non si scusa né si pente. Le misure proposte sono simboliche e non rispondono alle rivendicazioni del popolo algerino, per cui le scuse sono importanti, soprattutto sui test nucleari e la questione degli scomparsi”. .

In Algeria è diffusa, attualmente,  la seguente posizione su quello che ha combinato la Francia: ricordare per non perdonare.

CONCLUSIONI

L’ attuale situazione potrà essere superata solo se un presidente della Francia chiederà perdono per i crimini commessi durante il colonialismo e la guerra di liberazione. Potrebbe farlo la socialista Anne Hidalgo, se eletta presidente alle presidenziali del 2022. Va anche valorizzato il ruolo dei frncesi che combatterono a fianco del popolo algerino per  la sua liberazione i pieds-rouges e i porteurs de valises.

Maurice Audin, con la moglie un francese che combattè per la licerazione dell’   Algeria e fu torturato e assassinato dai colonialisti francesi

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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