Oxfam ha pubblicato uno studio sulle responsabilità della popolazione più ricca nel contribuire al riscaldamento globale: l’1% delle persone contribuirà – nel 2030 – al 16% delle emissioni. Il paradosso del turismo spaziale è emblematico: un volo nello spazio di Bezos inquina quanto 1 miliardo di poveri.

Cop26, la denuncia di Oxfam: un volo nello spazio di Bezos inquina quanto 1 miliardo di poveri in tutta la vita

L’1% della popolazione mondiale che detiene la maggior parte della ricchezza del pianeta, che è la principale responsabile del riscaldamento globale, nel 2030 arriverà a emettere una quantità di emissioni di anidride carbonica 30 volte superiore rispetto ai livelli sostenibili per fermare il riscaldamento globale.

L’obiettivo fissato dagli accordi di Parigi nel 2015, ovvero di limitare a 1,5°C l’aumento della temperatura media del pianeta rispetto all’era pre-industriale, appare sempre più distante.

Oxfam, in uno studio prodotto insieme all’Institute for European Environmental Policy allo Stockholm Environment Institute, ha lanciato l’allarme.

La confederazione internazionale di organizzazioni no profit che si dedicano alla riduzione della povertà ha calcolato la ricetta che ogni individuo dovrebbe adottare affinché la temperatura sulla Terra non superi la soglia del +1,5°C: ogni persona, entro il 2030, non dovrebbe emettere in atmosfera più di 2,3 tonnellate di CO2 all’anno. Circa la metà di quanto emette oggi – pro capite – la popolazione mondiale.

Il calcolo di Oxfam tiene conto anche della disparità economica tra la gente che si traduce, proporzionalmente, nei livelli di emissione prodotti. La metà più povera del pianeta, al 2030, resterà molto al di sotto della soglia di guardia per fermare il riscaldamento globale, mentre l’1% più ricco la supererà di 30 volte e il 10% più ricco di 9 volte.

Il caso del “turismo spaziale”

Per rispettare il target degli accordi di Parigi occorrerebbe che quell’1% di popolazione – circa 80 milioni di abitanti – riducesse le proprie emissioni del 97% rispetto ad oggi. Siamo all’utopia pura…

Basti pensare al paradosso del turismo spaziale: Elon Musk, con la sua SpaceX, Jeff Bezos con Blue Origin e Richard Branson con Virgin Group hanno iniziato la corsa allo spazio per i turisti miliardari ma c’è un dettaglio: un singolo volo delle loro compagnie inquina più di quanto faccia il miliardo di persone più povere del pianeta lungo il corso di tutta la loro vita.

Ogni passeggero spaziale, per restare appena 11 minuti in orbita, contribuisce all’emissione di 75 tonnellate di CO2. Jet privati, megayacht e ora anche space shuttle sono un privilegio insostenibile per la Terra.

Nafkote Dabi, responsabile delle politiche climatiche di Oxfam, ha così commentato:

“Viviamo in un mondo in cui una ristrettissima élite sembra avere il permesso di inquinare senza limiti, alimentando condizioni ed eventi metereo-ogici sempre più estremi e imprevedibili. Le emissioni del 10% più ricco, da sole, potrebbero spingerci verso un punto di non ritorno. E a pagarne il prezzo più alto, ancora una volta, saranno le persone più povere e vulnerabili del pianeta.”

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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