Il 14 novembre si sono tenute in Argentina le elezioni legislative di metà mandato, nelle quali vengono messi in palio 125 dei 257 seggi della Camera dei Deputati e 24 dei 72 scranni che compongono il Senato. Simili alle elezioni di midterm negli Stati Uniti, queste elezioni possono rappresentare un vero e proprio grattacapo per il governo in carica, per il rischio che l’opposizione conquisti la maggioranza in una delle due camere.

Il governo del presidente Alberto Fernández, pur scontando un calo nel numero di seggi occupati, è riuscito ad ottenere l’obiettivo minimo, visto che la coalizione di sinistra del Frente de Todos (FdT), alla quale aderiscono, tra gli altri, il Partido Justicialista (PJ) del presidente in carica e il Partito Comunista de Argentina (PC) è rimasta la forza più rappresentata in entrambe le camere, respingendo l’assalto della coalizione di destra Juntos por el Cambio (JxC), guidata dall’ex presidente Mauricio Macri.

La compagine liberista di Macri ha in effetti ottenuto il 41,97% delle preferenze alla Camera e il 46,85% al Senato, risultando la coalizione più votata di queste elezioni di metà mandato. Alla Camera, ha incrementato la propria rappresentanza di un seggio, portandosi a quota 116, mentre al Senato è passata da 26 a 31 scranni. Tuttavia, il FdT resta in vantaggio in entrambi gli emicicli, con una maggioranza relativa di 118 rappresentanti alla camera bassa e di 35 in quella alta. In termini percentuali, la coalizione di sinistra ha ottenuto rispettivamente il 33,57% e il 27,54%.

Da notare che le elezioni hanno fatto registrare un’alta affluenza alle urne, pari al 71,72%. Per quanto riguarda i seggi non andati alle due principali coalizioni, alla Camera dei Deputati troviamo cinque rappresentanti delle liste Avanza Libertad e La Libertad Avanza, quattro della coalizione trotskista Frente de Izquierda y de Trabajadores – Unidad, cinque delle liste aggregate a Vamos con Vos ed altri cinque legati a liste locali. Al Senato, invece, l’unico scranno a sfuggire alle due coalizioni principali è stato conquistato alla lista Hacemos por Córdoba, espressione locale di Vamos con Vos.

Dopo la pubblicazione dei risultati, il presidente Alberto Fernández ha ricordato che “con queste elezioni si conclude una fase molto dura nel nostro Paese, segnata dalla crisi economica del precedente governo“. L’attuale amministrazione ha infatti dovuto fare i conti con l’eredità delle politiche liberiste attuate dal presidente Macri, la cui crisi economica è stata acuita dalla pandemia di Covid-19. “L’Argentina nel quadro di queste difficoltà sta avanzando, noi stiamo in piedi, si apre una nuova tappa per il nostro Paese“, ha aggiunto il capo dello Stato.

Il presidente ha ricordato che il debito contratto con il Fondo Monetario Internazionale è il danno maggiore lasciato dal governo dell’allora presidente Macri, “che è il più grande ostacolo che dobbiamo affrontare per proseguire nel percorso di ripresa economica, dobbiamo affrontare la sfida per riparare il danno che ha lasciato“, ha spiegato. Fernández ha affermato che entro dicembre renderà noto un disegno di legge che specifica il programma economico pluriennale per lo sviluppo sostenibile: “Questo contemplerà la migliore intesa che il nostro governo ha raggiunto con il personale del FMI, senza rinunciare ai principi della crescita economica e dell’inclusione sociale“.

Infine, il capo dello Stato argentino ha invitato l’opposizione ad essere “patriottica e aperta al dialogo”.

Nelle stesse giornate, l’Argentina è anche tornata sull’atavica questione della sovranità sulle Isole Malvinas, note anche come Isole Falkland secondo la denominazione inglese. Le dichiarazioni del ministro degli Esteri di Buenos Aires, Santiago Cafiero, sono giunte poco dopo lo svolgimento delle elezioni nell’arcipelago governato dal Regno Unito, organizzate lo scorso 4 novembre. Davanti all’Assemblea Generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), Cafiero ha rivendicato il diritto del suo Paese sull’arcipelago dell’Atlantico meridionale, e la necessità di raggiungere una soluzione pacifica attraverso il dialogo con il Regno Unito sul disputa di sovranità di detto territorio.

Il capo della diplomazia argentina ha sottolineato che “la nostra Costituzione nazionale riconosce ciò stabilendo nella sua prima clausola transitoria che il recupero di detti territori e il pieno esercizio della sovranità, nel rispetto del modo di vita dei suoi abitanti e in conformità con i principi del diritto internazionale, costituiscono un obiettivo permanente e inalienabile del popolo argentino”. Cafiero ha aggiunto che tale posizione è sostenuta dalla volontà e dal sentimento unanime del popolo argentino e dalla storica solidarietà americana.

Nella sua storia, l’OSA ha espresso dal 1982 la propria posizione in favore dell’Argentina in più di trenta occasioni. La sovranità di Buenos Aires sulle Malvinas, ma anche sulle isole note come Nuova Georgia del Sud e Isole Sandwich Meridionali è sostenuta dalla maggioranza dei Paesi latinoamericani. Inoltre, nel 1965 la risoluzione 2065 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha definito la questione delle Malvinas come un caso speciale e particolare di decolonizzazione.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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