Nebbia a Lima e anche in Parlamento


Francesco Cecchini


EVO MORALES PERSONA NON GRATA IN PERU’.
Evo Morales, sindacalista e politico boliviano, è stato anche il fondatore e leader del partito Movimiento al Socialismo e presidente della Bolivia per tre mandati consecutivi dal 22 gennaio 2006. Dal novembre 2019 fu costretto a dimettersi e all’ esilio dopo che le forze di sicurezza boliviane si erano schierate contro di lui e il suo posto venne preso dalla senatrice di opposizione Jeanine Áñez che si autoproclamò presidente, in pratica un colpo di stato. Dopo le elezioni del 18 ottobre 2020, vinte da Luis Arce, che sotto di lui era stato ministro delle Finanze Evo Morales è ritornato in Bolivia accolto festosamente dal popolo boliviano. Evo Morales internazionalista ha appoggiato per un cambio politico Perú Libre e Pedro Castillo. Per questo è venuto in Perù tre volte e lo stesso Pedro Castillo presidente lo ha incontrato in visita ufficiale in Bolivia assieme a Luis Arce. Per tutto ciò, la Commissione Esteri del Congresso della Repubblica, presieduta dal fujimorista Ernesto Bustamante, ha dichiarato, Evo Morales, persona sgradita per il suo attivismo politico negativo e interferenza politica che fa in peruviano territorio. Il provvedimento è stato accolto a maggioranza con nove voti favorevoli, quattro contrari e un’astensione. E’ stato richiesto al Ministero dell’Interno e al Ministero della Difesa “di intraprendere le azioni necessarie per conformarsi al presente accordo”, nonché di “comunicare tale accordo al Consiglio di amministrazione del Congresso per le relative procedure amministrative e regolamentari.”
Evo Morales sulla dichiarazione di persona no grata della Commissione per le relazioni estere del Congresso peruviano ha detto di sperare che coloro che hanno approvato questa misura “non facciano parte del razzismo”. Ha ricordato i legami storici tra Bolivia e Perù e ha rimarcato che l’ unità e la solidarietà “sono al di sopra di ogni affermazione di un gruppo di membri del Congresso”.

Evo Morales e Pedro Castillo
PEDRO CASTILLO INCAPACE MORALMENTE (VACANZA PRESIDENZIALE).
Lo scorso, 18 novembre, la deputata Patricia Chirinos del gruppo Avanza País ha prentato una mozione per dichiarare il presidente incapace moralmente, vacante. Il documento presentato da Patricia Chirinos chiarisce ciò che considera negativo del presidente Pedro Castillo. Per la sua assoluta mancanza di rispetto della legge, per la sua mancanza di trasparenza nel prendere decisioni e per le sue continue menzogne ​​davanti al Paese, tipiche di una persona che soffre di mitomania e che infine per riservare per sé e per sé il diritto ai peruviani di essere debitamente informato, negando alla stampa un accesso sufficiente per conoscere questioni governative e statali che non sono questioni segrete. Tutto cIò giustifica che Pedro Castillo sia tolto dal ruolo di Presidente della Repubblica, poiché se ciò non si concretizzerà, continuerà a generare ulteriori danni alla nostra popolazione. In altre parole, è una persona pericolosa per la democrazia che, se non viene liberata, colpirà tutti i peruviani come ha già fatto .
La mozione assieme ai voti di Fuerza Popular di Keiko Fujimori e di Renovación Popular ne ha una trentina, sufficienti per ottenere il dibattito in parlamento.
Il presidente del Perù, Pedro Castillo, martedì ha sfidato i deputati che promuovono la sua dimissione a chiedere la sua partenza per strada e nelle piazze dove si rivolge alla popolazione, e non tra quattro mura. Comunque se la mozione di Patricia Chirinos otterrà in parlamento contro i tutti i voti di Perú Libre sarà respinta.

Pedro Castillo
CONCLUSIONE
La deputata di Perù Libre, Kelly Portalatino, ha categoricamente escluso che il suo gruppo parlamentare sostenga la vacancia contro il presidente Pedro Castillo, perché sarebbe un modo per “tradire il popolo”. Questa importante presa di posizione ricorda che la vita politica di Pedro Castillo dipende, oltre che dal sostegno internazionale, vedi quello di Evo Morales, dall’ unità della sinistra in Parlamento e nel paese.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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