Il settimanale ultraliberista britannico l’Economist ha criticato ieri la politica energetica proposta dal presidente “socialista” messicano López Obrador,
affermando “che è un ritorno agli anni ’70”, quando Petróleos Mexicano (Pemex) era una prolifica azienda statale e che “non rispetta gli accordi liberisti dei governi precedenti con Stati Uniti e Canada”.
Gli ha risposto la Comissione Federale messicana della Elettricità (CFE) affermando che l’Economist interpreta la riforma elettrica in Messico con “un pregiudizio neoliberista”.
La riforma elettrica proposta dal presidente Obrador intende concedere alla statale (CFE) il 54% del mercato della produzione di elettricità in Messico rendendo lo Stato il principale motore dell’industria energetica del Paese pertanto le multinazionali private avranno minori opportunità rispetto ad ora di fare affari nel settore e non potranno più essere arbitri indiscussi delle sorti energetiche della nazione.
Questa situazione ha turbato il settore imprenditoriale del Paese, che attraverso vari organismi e la grande stampa amica tuona contro la riforma utilizzando anche informazioni manipolate e fake news, come quella che “il passaggio nelle mani statali danneggerebbe l’ambiente”.
Ad aumentare i malesseri delle imprese private straniere ci sono le dichiarazioni del presidente Obrador di alcuni giorni fa sulla industria del litio: “Non fatevi illusioni, il litio resterà nelle mani del Messico.
Anche se il Parlamento dovesse assumere atteggiamenti “antipatriottici” e non dovesse approvare la proposta di riforma energetica e quella di nazionalizzazione dei minerali, il litio sarà tutelato e lo sarà per i messicani.
Già è ben chiaro che noi non vogliamo che si privatizzi il litio che è un minerale essenziale per lo sviluppo mondiale.
Inoltre non saranno rilasciate a multinazionali nuove concessioni per estrazioni o contratti di sfruttamento minerario del sottosuolo, ne hanno ricevute fin troppe in passato e nemmeno le hanno utilizzate per generare lavoro sul territorio, ma solo per speculazioni finanziarie e guadagni in borsa rivendendo le azioni”.
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